Chi si aspettava di vedere Tadej Pogaĉar e gli altri reduci del Tour de France ormai stanchi alle Olimpiadi di Tokyo 2020 si è dovuto ricredere. Nonostante gli appena sei giorni di pausa tra la fine del Tour e l’appuntamento olimpico in Giappone, con in mezzo un volo intercontinentale e l’adattamento al cambio di fuso orario, sono stati proprio i principali protagonisti della corsa francese a prendersi tutta la scena nella prova a cinque cerchi. Due terzi del podio sono stati identici, con Tadej Pogaĉar e Richard Carapaz che si sono scambiati le posizioni del Tour, bronzo e oro, e il secondo gradino occupato da Wout van Aert, vincitore di tre tappe in Francia.

Pogaĉar: ‘Una delle corse più impegnative’

Ancora pieno di energie e non pago mentalmente del successo al Tour de France, Pogaĉar ha corso un’Olimpiade da campione vero. Lo sloveno è stato il primo ad attaccare sulla salita più difficile della corsa, il Mikuni Pass, ed anche se non è riuscito a fare quella selezione devastante provocata nelle tappe alpine del Tour, è dal suo scatto che si è creato il gruppetto che poi si è giocato le medaglie.

Pogaĉar non è poi riuscito a tamponare l’attacco di Richard Carapaz, che è andato a vincere il titolo, ma ha sprintato per prendersi una bella medaglia di bronzo, battuto di poco da Wout van Aert. Nel dopo corsa il vincitore del Tour ha spiegato di essere scattato d’istinto sulla salita del Mikuni pass, e che questa mossa è stata un po’ avventata.

“Sono felicissimo per il terzo posto. Ho attaccato da lontano, sulla salita più impegnativa perché mi sentivo bene, sono partito senza pensarci troppo e un attimo dopo mi sono pentito. Ho pensato: ma quando finisce questa salita?” ha commentato il 22enne sloveno, aggiungendo che questa prova di Tokyo 2020 “è stata una delle gare più impegnative che abbia mai corso, era un modo diverso di correre, ed era anche particolarmente caldo e umido”.

‘Mi sono arreso a due chilometri dal traguardo’

Tadej Pogaĉar ha raccontato di aver creduto alla medaglia d’oro fino quasi alla fine, anche durante il tentativo, poi risultato vincente, di Carapaz e McNulty, poi rimasto staccato dall’ecuadoriano.

Lo sloveno ha cercato di animare l’inseguimento, ma senza ricevere grande collaborazione. “Dopo l’ultima salita ho fatto fatica, ma ho dato tutto per riuscire a vincere una medaglia. Gli altri non correvano più per vincere l’oro, io mi sono arreso solo a due chilometri dal traguardo, quando ho visto che Carapaz non era più raggiungibile. Mi sono concentrato sullo sprint per prendere una medaglia, ho sentito una scarica di adrenalina e ho quasi preso l’argento, ma anche il bronzo è fantastico” ha commentato Pogaĉar, ringraziando anche i compagni di nazionale e in particolare Jan Tratnik, che ha tirato il gruppo a lungo nelle fasi centrali della corsa.

Chi invece non è riuscito a dare il contributo sperato nella nazionale slovena è stato Primoz Roglic.

Il vincitore della Vuelta Espana, al rientro dopo la caduta rimediata all’inizio del Tour de France, ha spiegato di aver sofferto di crampi. Roglic si è staccato all’inizio del Mikuni pass, lasciando così da solo Pogaĉar. “Nel finale sono migliorato, ma non sono riuscito a seguire i più forti. In ogni caso è un grande giorno per il Ciclismo sloveno” ha commentato Roglic complimentandosi con il compagno per la medaglia di bronzo.