Il mondo del ciclismo ha vissuto negli ultimi anni il boom delle bici elettriche, che ha allargato la platea di pedalatori e le possibilità di chi già usava le biciclette tradizionali. Della crescita delle e-bike e dei suoi sviluppi ha parlato Francesco Moser, l'ex campione trentino che oggi produce una gamma di bici a pedalata assistita insieme all'azienda Fantic. Nel corso di un evento organizzato da Beltrami, azienda distributrice di prodotti del mondo del Ciclismo, Moser ha ricordati alcuni episodi della sua lunga e fortunata carriera, ed ha raccontato che ormai pedala solo in e-bike.

Francesco Moser: 'Ormai uso solo l'elettrica'

Francesco Moser, il corridore italiano con il maggior numero di vittorie nella storia del ciclismo, ha ormai superato i 71 anni, ma conserva ancora un fisico atletico e sportivo. L'ex campione del mondo ha raccontato di uscire ancora in bici due o tre volte alla settimana, ma che alla sua età usa solo le e-bike. "Ormai noi non possiamo fare altro che andare con la bici elettrica", ha commentato Moser, spiegando che la bici a pedalata assistita non deve essere vista solo come un mezzo destinato a chi ha o ha avuto dei problemi di salute, e per questo non può più usare le normali specialissime da corsa.

Secondo l'ex campione l'e-bike è il mezzo perfetto per tutte le persone non più giovanissime.

"Credo che tutti quelli che vanno in bici e che hanno già compiuto i sessantacinque anni farebbero meglio a usare la bici elettrica. Non è vero che fare fatica fa bene. Fa bene quando sei giovane, ma quando arrivi a una certa età il fisico è meglio rispettarlo", ha dichiarato Francesco Moser.

'Non so se è un bene o un male iniziare a sei anni'

Moser ha ricordato i suoi inizi nel mondo del ciclismo. L'ex campione ha raccontato di aver cominciato a pedalare relativamente tardi, a diciotto anni, spinto dai fratelli che già correvano ad alti livelli. Moser ha spiegato che oggi molti giovani bruciano i tempi, iniziando da bambini, un percorso che permette a qualche talento di arrivare fino al professionismo con un bagaglio di esperienze che consente di vincere subito, ma che rischia di logorare tanti ragazzini.

"Adesso i ragazzi iniziano a gareggiare a sei o sette anni, non so se è un bene o un male. È vero che le gare dei giovanissimi non sono un grande impegno, ma possono diventare più che altro un impegno psicologico. Essere sempre in gara, anche se non sono gare importanti, penso che possa logorare. Io ho cominciato a diciotto anni, c'è gente che a quell'età è già dodici anni che gareggia", ha spiegato Moser, che ha poi ricordato come la sua carriera sia iniziata anche un po' per caso o per gioco. "Ho iniziato non perché pensassi di essere forte, ma per curiosità, perché mio fratello mi ha dato la sua bici", ha ricordato Moser.