Era il 19 settembre del 2020 quando il mondo del ciclismo si rese conto di aver a che fare con un atleta destinato a riscrivere la storia dello sport. Quel giorno, Tadej Pogacar rovesciò le sorti del Tour de France con una prestazione che lasciò tutti sbalorditi e increduli. Nella cronoscalata di Planche des Belles Filles, penultima tappa della corsa, Pogacar strappò la maglia gialla a Primoz Roglic rifilandogli quasi due minuti di distacco, un'impresa che è stata consegnata alla storia del Ciclismo come una delle prestazioni più incredibili di sempre.

A distanza di quattro anni, Pogacar ha parlato di quel Tour e soprattutto di quella giornata che lo consacrò a nuovo fenomeno del ciclismo. In un'intervista con Peter Attia, il campione sloveno ha raccontato che affrontò quella cronoscalata senza pensieri, convinto che ormai sarebbe arrivato secondo, e anche senza misuratore di potenza. "Penso di aver espresso 380-390 watt, quindi niente di esagerato", ha raccontato Pogacar.

Ciclismo, l'esplosione di Pogacar al Tour 2020

Al via di quel Tour de France 2020, che si disputò eccezionalmente tra fine agosto e settembre a causa della pandemia, Tadej Pogacar era un talento emergente atteso alla riprova con la più grande corsa del ciclismo mondiale. "Non mi aspettavo affatto di vincere quel Tour de France.

Era l'anno del Covid, abbiamo passato un lungo periodo senza gare, solo allenamenti. Siamo andati al Tour, io e Aru eravamo i due leader della UAE. Con i risultati sono entrato nella lotta per il podio, sono salito al secondo posto nell'ultima settimana ed ero felice così. Poi è arrivata quella cronometro che ha ribaltato la situazione, è stato incredibile, molte persone non credono ancora che sia successo", ha ricordato Pogacar.

Il campione sloveno ha raccontato che dopo la tappa di montagna con arrivo sul Col de la Loze, in cui perse terreno da Roglic in maglia gialla, aveva dato ormai per acquisita la situazione di classifica. "Ero sicuro che sarei arrivato secondo. Era la tappa regina, ho perso 15 secondi da Roglic. Quel giorno ho pensato che fosse fatta, ma credo che anche Roglic fosse ormai convinto di aver vinto", ha raccontato Pogacar.

Prima della classica passerella finale di Parigi, mancava però un'ultima tappa in montagna molto particolare, la cronoscalata a Planche des Belles Filles. Il percorso sembrava ideale per Roglic, mentre Pogacar non aveva ancora dimostrato tutto il suo valore nelle prove a cronometro e doveva recuperare 57''. Quella che doveva essere la corsa del sigillo finale sulla maglia gialla, divenne invece un incubo per Roglic, e sancì invece l'esplosione del talento incontenibile di Pogacar.

"Una delle mie giornate migliori'

Il 26enne sloveno ritiene che la chiave della prestazione fu la serenità con cui affrontò quella giornata. "Conoscevo bene il percorso, avevo fatto la ricognizione con Allan Peiper e Mikkel Bjerg.

In squadra tutti erano contenti, non c'era né tensione nè stress. Ci siamo lasciati trasportare dalla situazione. Alla fine è stata una delle mie giornate migliori", ha raccontato Pogacar, che poi ha parlato dei numeri di quella prestazione epocale a Planche des Belles Filles.

"Sulla salita c'era talmente tanta confusione che non sentivo nulla dalla radio, sono semplicemente andato a tutta fino alla fine. Non avevo montato il misuratore di potenza per avere la bici più leggera, ma penso di aver fatto 380-390 watt, niente di esagerato. Quell'anno al Tour pesavo 66 chili, quest'anno al via ero 64 e mezzo, poi durante la corsa sono arrivato a 65", ha dichiarato Pogacar.

Gli errori al Tour 2022

Tadej Pogacar ha anche parlato a lungo di una delle giornate più difficili della sua carriera.

Dopo aver vinto i Tour del 2020 e del 2021, lo sloveno sembrava avviato ad un facile tris nel 2022. Invece, nella tappa del Col du Granon andò in crisi dopo essere stato messo in mezzo da Roglic e Vingegaard, allora compagni di squadra alla Jumbo Visma. Salendo al col du Galibier, i due Jumbo scattarono a ripetizione e Pogacar si intestardì nel rispondere a tutti gli scatti. "Lì ho commesso un errore, non avrei dovuto seguire Roglic. Ho risposto a otto o nove attacchi. Stato bene, ma quando fai tutti quegli scatti poi spendi troppo. Ho provato a rispondere in modo stupido, poi ho cercato di staccare tutti sul Galibier", ha raccontato Pogacar, che poi andò pesantemente in crisi e perse quasi tre minuti da Vingegaard sulla salita finale.

Pogacar ha negato che quella crisi sia stata dovuta ad un errore nell'alimentazione. "Avevo mangiato abbastanza, ma in realtà non puoi mangiare a sufficienza se fai tutti quegli scatti. Avevamo un buon piano nutrizionale, ma se spendi troppo non puoi compensare", ha dichiarato Pogacar.