Agli Europei di ciclismo di Hasselt, conclusi domenica 15 settembre con la prova in linea degli elite, Tim Merlier ha conquistato il successo più prestigioso della sua carriera. Il belga ha dominato lo sprint finale, capovolgendo i pronostici che vedevano il connazionale Jasper Philipsen e l'azzurro Jonathan Milan come principali favoriti. Merlier potrà portare per un anno la maglia di Campione Europeo, e questa soddisfazione lo ripaga di un periodo davvero difficile, in cui ha lottato fisicamente e mentalmente. Il corridore della Soudal Quickstep era stato scelto dal Ct Sven Vanthourenhout come leader della nazionale belga al pari di Philipsen, ma due cadute rimediate al Renewi Tour e ad Amburgo, avevano messo in forte dubbio la sua presenza.

Merlier è riuscito a recuperare in tempo e presentarsi al via dell'Europeo, ma in corsa ha avuto un nuovo colpo di sfortuna, una foratura proprio nel momento in cui Mathieu Van der Poel partiva all'attacco. "Quando ho forato ho cominciato a chiedermi cosa avevo fatto di sbagliato", ha raccontato Merlier a Het Laatste Nieuws.

Merlier: 'Quattro ore da solo sotto la pioggia dopo la caduta di Amburgo'

Tim Merlier non è un personaggio da copertina del Ciclismo, è un antidivo che non ama la ribalta del palcoscenico, non fa mai polemiche e dichiarazioni forti. Questi modi di fare lo hanno portato probabilmente ad essere un po' sottovalutato, ma agli Europei di Hasselt ha fatto vedere una volta di più di essere uno degli sprinter più forti e solidi del gruppo.

Parlando a Het Laatste Nieuws, il fresco Campione d'Europa di ciclismo, ha raccontato che il periodo di avvicinamento al'evento è stato un vero percorso ad ostacoli. Merlier è infatti caduto sia al Renewi Tour che alla Classica di Amburgo e ha rischiato di dover rinunciare agli Europei. "Dopo la caduta ad Amburgo ero nei guai, ho pensato anche di rivolgermi allo psicologo del nostro team" ha raccontato il corridore belga.

"Poi, il giorno dopo ho pedalato per quattro ore passando il confine francese. Da solo, con la musica nelle orecchie, sotto un acquazzone. Una volta tornato a casa ero completamente vuoto e avevo dolore per le abrasioni", ha continuato Merlier.

Con grande caparbietà, il belga è riuscito a recuperare e a presentarsi al via degli Europei, ma in corsa ha avuto un nuovo colpo di sfortuna.

Proprio mentre la corsa si accendeva con gli attacchi di Van der Poel e Pedersen, Tim Merlier si è dovuto fermare per una foratura. "Subito dopo quella gomma a terra ho iniziato davvero a chiedermi cosa diavolo avevo fatto di sbagliato, perché le cose fossero andate così male nelle ultime settimane", ha raccontato Merlier.

Il destino ha però voluto che il belga trovasse sulla strada un collaboratore della nazionale belga, piazzato in un punto strategico con delle ruote di scorta. Merlier ha così potuto cambiare velocemente la ruota e ripartire, anche se ha dovuto faticare non poco per tornare in gruppo in un momento davvero caldo della corsa. Quell'episodio ha cambiato la storia della corsa e permesso a Tim Merlier di essere pronto a sprintare nel finale e andare a cogliere la vittoria.

Bomans: 'Il cambio è andato liscio'

Il giornale Het Nieuwsblad ha chiarito come sia avvenuto quel cambio di ruota provvidenziale che ha salvato l'Europeo di Merlier. Il Ct della nazionale belga Sven Vanthourenhout aveva organizzato un servizio di assistenza supplementare in punti strategici del percorso, che affrontava dei passaggi sul pavè in cui le forature sono più frequenti. Vanthourenhout ha chiamato alcune persone di sua fiducia per posizionarle vicino ai tratti di pavè con delle ruote di ricambio da dare ai corridori.

L'uomo che ha passato la ruota a Merlier era l'ex corridore Carlo Bomans, già sul podio ad una Parigi Roubaix e poi CT della nazionale prima di Vanthourehout. "La corsa stava esplodendo, alcuni connazionali mi hanno gridato che Merlier aveva forato.

Avevo una chiave con me e il cambio della ruota è andato abbastanza liscio" ha raccontato Bomans, che ha aiutato Vanthourenhout anche per dare delle indicazioni tattiche ai corridori, un compito particolarmente importante visto il divieto di uso delle radioline.