Gio Ponti, celebre architetto lombardo del Novecento, all'apice della sua carriera decise di lasciare un segno profondo del suo operato al pubblico cultore ed amante dei suoi lavori. Ormai celebre per il grattacielo Pirelli di Milano, l'edificio in calcestruzzo armato più alto d'Europa e terzo al mondo, e fondatore e direttore di "Domus", negli Anni Sessanta progettò, per i fedeli di Taranto, la Concattedrale, ribattezzata dai tarantini la "vela". Ponti volle trasmettere la visione di una vela sul mare, circondata da un'oasi con rampicanti sulla facciata ed acqua corrente nelle vasche antistanti al sagrato.
Un lavoro affascinante e ricco di simbolismi, a partire dalla facciata che è composta da due parti, quella anteriore lunga 87 metri e larga 35 metri, e quella posteriore alta 53 metri che rappresenta la vera particolarità dell'edificio, caratterizzato da una vela-facciata al posto della cupola, sulla quale "si siedono gli angeli". Il progetto fu commissionato a Ponti durante il Concilio Vaticano II dall'allora vescovo di Taranto, monsignor Guglielmo Motolese, i cui lavori interessarono gli anni 1967 - 1970.
Il caso
Il luogo sacro dedicato alla Gran Madre di Dio, capolavoro dell'architettura italiana del Novecento, versa oggi in condizioni quasi pietose, a causa di lesioni alla facciata sul fianco sinistro, sporcizia, erbacce ed intonaco scrostato.
L'incuria è ben visibile a coloro che attraversano viale Magna Grecia a Taranto, presso il quale è ubicata la Concattedrale.
Le vasche d'acqua antistanti furono pensate come parte integrante della chiesa, che avrebbero dovuto immediatamente colpire l'occhio dei visitatori. Oggi però, le vasche sono sempre vuote, come sottolineato da Marco Romanelli, studioso pontiano e stretto collaboratore decennale della novantenne Lisa, figlia di Ponti.
Nonostante il grattacielo Pirelli, il celebre architetto desiderava passare alla storia con la Concattedrale, suo ultimo lavoro. Proprio per questo motivo, Romanelli ha aggiunto che non sono necessari solo un restauro filologico e l'eliminazione del degrado, ma anche l'organizzazione di un convegno che aiuti a diffondere la conoscenza dell'edificio anche tra i cittadini tarantini, al fine di incrementare la fama di questo tesoro di cultura.
L'intervento FAI
Al tal proposito, un discreto intervento è stato già effettuato dal Fai il 25 e 26 marzo scorso quando, in occasione delle Giornate Fai, giovanissimi "ciceroni" delle scuole superiori della città hanno accompagnato i visitatori in cattedrale, alla scoperta di questa imponente struttura.
La Diocesi
Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, ha dichiarato che da vent'anni sono molteplici gli interventi di restauro, sottolineando come i lavori più recenti che hanno interessato l'edificio, siano stati sostenuti dalla Curia tarantina. Nonostante ciò, la diocesi si è dichiarata disponibile a qualsiasi tipo di iniziativa volta ad aiutare nell'impresa di ristrutturazione della struttura.