Quello attualmente in corso è un momento molto delicato per il governo; oltre ai noti problemi connessi alla stabilità dell’esecutivo Letta e all’ultimo pronunciamento della Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità del Porcellum, a tenere banco è la questione connessa all’Imu (basti pensare che l’esecutivo è ancora alla ricerca dei fondi per cancellare ad ogni contribuente la seconda rata). Con l’intento di fare chiarezza e in attesa del transito della Legge di Stabilità alla Camera che potrebbe apportare ulteriori novità, conviene dunque fare il punto della situazione sottolineando quale sia lo stato attuale di cose e cosa potrebbe accadere; quel che è certo è che all’orizzonte si prospetta un caos senza precedenti, e l’unica cosa che potrebbe sbrogliare la matassa è un nuovo pronunciamento contenuto nella Legge di Stabilità attualmente in discussione in sede parlamentare.
Seconda rata Imu e 'mini-Imu’: chi e quanto deve pagare
L’ultimo provvedimento registrato è l'abolizione della seconda rata dell’Imu per le abitazioni principali, ma i cittadini residenti nei Comuni che hanno innalzato le aliquote nel 2013 sono chiamati a versare una ‘mini-Imu’; il gettito in surplus che ne deriva, stando alla Legge di Stabilità, risulta coperto dallo Stato per una quota pari al 60%, ma che procedimento bisogna utilizzare per calcolare questa quota? L’Imu ‘standard’ si calcola sulla base dell'aliquota al 4 per mille del valore catastale, ma nel 2013, però, come già sottolineato, in molti Comuni l’aliquota base del 4 per mille è stata innalzata (il massimo di incremento consentito ammonta al 6 per mille): in definitiva urge un altro tipo di calcolo. L’Imu dovuta nel 2013 è data dall'imposizione al valore catastale della nuova aliquota maggiorata, ma adesso va impostata la differenza tra l'Imu maggiorata del 2013 e quella cosiddetta 'standard'; il 40% di quell'importo va coperto dai cittadini, che dovranno versarlo il prossimo 16 gennaio.Imu sulla seconda casa ed entrata in vigore dell’Iuc: ecco chi e quanto paga
I proprietari di seconde case e abitati catalogati come abitazioni signorili, ville e castelli devono affrettarsi perché il tempo a loro disposizione (16 dicembre) volge al termine; per sapere quanto devono pagare è necessario verificare quali siano le aliquote vigenti, con i relativi Comuni che avrebbero dovuto provvedere stabilendone l’ammontare entro la fine dello scorso mese (hanno però tempo fino al 9 dicembre per ultimare la pubblicazione). Una formula universale per il calcolo dunque non esiste, dato che la quota da pagare varia da Comune a Comune sulla base dell’esatto ammontare deliberato da ciascuno.La Legge di Stabilità ha nel frattempo introdotto la Iuc, la nuova Imposta unica comunale che accorpa l’Imu e le due componenti su servizi comunali e rifiuti (la Tari e la Tasi). La reale criticità è costituita dal fatto che la Iuc non potrà incidere oltre il 10,6 per mille ma questo livello è già stato raggiunto in molti Comuni come prelievo Imu applicato alle seconde case; come risolvere questa incongruenza?
I sindaci dei Comuni interessati si sono già mobilitati (alcuni hanno parlato di uno scontro istituzionale, altri paventano addirittura la possibilità di fare causa allo Stato), ma quel che è certo adesso è che la palla passa alla Legge di stabilità sperando che non complichi ulteriormente le cose.
La prossima settimana il Governo Letta passerà dall’esame del Parlamento, e qualora dovesse uscirne rafforzato potrebbe essere pronto ad affrontare le due annose questioni rappresentate dalla riforma elettorale (da sempre invocata) e dalla risoluzione dell’affaire Imu; al momento, paiono questi due i comparti sui quali intervenire con maggiore urgenza e soprattutto efficacia.