Dopo la firma del Presidente della Repubblica Mattarella e con la conseguente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 24 ottobre, il Decreto Legge fiscale è diventato realtà. Il DL, collegato alla Legge di Bilancio sancisce di fatto la chiusura di Equitalia, conferma la sanatoria delle vecchie cartelle e modifica gli adempimenti IVA. Cosa succederà adesso per gli italiani e come si abbatteranno su di essi le diverse novità del Decreto? Ecco una esaustiva guida ai cambiamenti per fisco e riscossione.
Equitalia sparisce dal 1° luglio 2017
Il Decreto oltre che confermare la cessazione di Equitalia ne ha pubblicato anche la data.
Testualmente, il Decreto che si chiama "disposizioni urgenti in materia fiscale e per il finanziamento di esigenze indifferibili", al suo articolo 1 recita: “a decorrere dal 1° luglio 2017, tutte le società del Gruppo Equitalia saranno sciolte”. Arriva quindi la parola fine al tanto odiato Ente di riscossione tributi che ha vessato gli italiani per molti anni. Le attività e le funzioni di cui si occupava Equitalia adesso confluiranno nell’Agenzia delle Entrate e nascerà un nuovo Ente, Agenzia delle Entrate-riscossione. Equitalia era una SPA a capitale completamente pubblico, mentre il nuovo Ente sarà a tutti gli effetti Pubblico. Il nuovo Ente sarà sotto la diretta vigilanza del Ministero dell’Economia.
Il primo effetto del cambiamento sarà per gli oltre 8.000 dipendenti che oggi lavorano per Equitalia. Il Decreto conferma che i lavoratori oggi in organico ad Equitalia saranno assorbiti dal nuovo Ente, però fino ad esaurimento necessità organiche. In parole povere, se i posti saranno pochi, i dipendenti potrebbero essere spostati ad altri Enti che ne hanno bisogno.
Il meccanismo appare difficoltoso, soprattutto alla luce delle prime impressioni rilasciate dai sindacati. Infatti, i dipendenti di Equitalia oggi sono di fatto lavoratori dipendenti nel settore privato, con contratto da bancari. Nel nuovo Ente, nel quale saranno assorbiti dopo aver superato una specie di esame (anche qui i sindacati fanno muro), il contratto dovrebbe essere quello del Pubblico Impiego.
Cosa cambierà per i cittadini alle prese con balzelli e cartelle?
Il nuovo Concessionario avrà più potere di Equitalia, o meglio avrà accesso all’Anagrafe Tributaria, alle banche dati del Ministero del Tesoro, delle Entrate ed a tutti i dati che vengono resi disponibili da banche e così via. Per i contribuenti, pessime notizie, perché l’analisi tecnica che fa da corredo al Decreto, spiega che il nuovo Ente dovrebbe riuscire ad incassare 483 milioni in più di quanti si prevedeva potesse incassare Equitalia. Il motivo probabilmente è che avendo in mano i dati della consistenza patrimoniale, degli stipendi, dei conti correnti e tutto il resto, sarà più facile avviare azioni quali il pignoramento nei confronti dei debitori.
Il Decreto ha confermato anche la sanatoria per i vecchi debiti in mano ad Equitalia, quelli finiti a ruolo entro il 31 dicembre 2015. Entro 90 giorni a partire da ieri, 24 ottobre e giorno della pubblicazione in Gazzetta del decreto, i contribuenti potranno presentare richiesta di rottamazione ad Equitalia. Chiunque ha cartelle pendenti con Equitalia, contratte tra il 2000 ed il 2015 potrà chiedere di pagare il debito in unica soluzione o in 4 rate trimestrali, vedendosi abbattere le sanzioni e gli interessi di mora. Equitalia, nel giro di un paio di settimane dovrebbe pubblicare un modello di richiesta che i contribuenti potranno utilizzare. La facoltà sarà concessa anche a chi ha già in piedi pagamenti rateali, cioè vecchi piani di rateizzazione già in corso e vale per tutti i tributi, anche per l’IVA, tributi locali e multe da Codice della Strada.
Per queste ultime due fattispecie di cartelle però, i singoli comuni e le province dovranno entro il prossimo 24 novembre deliberare se vogliono o meno rientrare nella sanatoria, proprio perché la loro autonomia su questi balzelli e piena al 100%.