Nel Decreto Fiscale di fine anno, atto collegato alla Legge di Bilancio, Equitalia è stato sicuramente un argomento importante del provvedimento. Prima di tutto per la sanatoria dei vecchi ruoli, la ormai famosa rottamazione delle cartelle per cui le istanze di adesione sono terminate lo scorso 21 aprile. Notizia forse più importante, inserita nel testo del decreto è la confermata chiusura di Equitalia a partire dal 1° luglio. Ma da quella data cosa succederà ai vecchi ruoli e cosa succederà ai debiti che milioni di contribuenti avevano in pendenza con Equitalia?

Il nuovo concessionario

Sarà un ente pubblico a tutti gli effetti quello che di fatto sostituirà Equitalia in materia di riscossione tributi. Si chiamerà Agenzia delle Entrate-Riscossione e come si evince dal suo nome, sarà una branca interna all’Agenzia delle Entrate. Sparisce Equitalia ed al suo posto entra un nuovo soggetto, probabilmente con più poteri e con maggiore forza penetrante per i contribuenti. Infatti sarà un soggetto che avrà pieno accesso alle banche dati oggi disponibili per le Entrate, cioè anagrafe tributaria, catasto, dati bancari e lavorativi. In pratica, quando un contribuente, nonostante abbia ricevuto la cartella di pagamento, decide di non pagare quanto richiesto, il nuovo ente avrà più facilità nel reperire ed acquisire i dati dei debitori: quanto è disponibile sui conti correnti o altri depositi di risparmio, quanto percepisce di stipendio, quali immobili ha intestati e così via.

Un potere in più perché per quanto riguarda l’accesso ai conti bancari dei contribuenti, Equitalia non aveva questa possibilità. Tutti i dati che renderanno più facile le eventuali azioni cautelari o esecutive che l’ente avrà necessità di avviare quando si troverà di fronte al rifiuto, magari reiterato, del pagamento del debito.

È ora di intervenire

Quando venne confermata la chiusura di Equitalia, cioè dell’odiato concessionario che ha disturbato il sonno di quanti avevano debiti con il fisco, per molti anni, qualcuno tirò il sospiro di sollievo. La verità appare diversa, perché entra in scena un nuovo organismo che come dicevamo, rischia di essere peggiore del precedente, nonostante l’idea del Governo sia quella di creare un concessionario che snellisca il rapporto tra fisco e cittadini, nell’interesse, sembra, di entrambi.

In vista della rivoluzione di luglio comitati di indebitati, associazioni di consumatori e studi legali cercano di informare i contribuenti su quello che potrà accadere, consigliando di intervenire subito. Come riporta la pagina facebook di “Studio Cataldi”, sarebbe consigliabile per anticipare le più incisive azioni di riscossione da parte del nuovo ente, recarsi agli sportelli di Equitalia e controllare, facendo un estratto di ruolo, tutte le pendenze, cartelle o atti che si hanno oggi con il concessionario. Inoltre, sarebbe utile recarsi agli enti titolari del tributo o tassa evasa, per controllare la regolarità delle cartelle, delle notifiche e delle raccomandate di ogni singolo atto. Solo così si potranno verificare eventuali vizi che portano alla nullità della pretesa, oppure alla sopraggiunta prescrizione per determinati debiti.