Dal 1° luglio tutti i contribuenti che hanno problemi con le cartelle di pagamento per multe, tributi e tasse non pagate, non devono più fare i conti con Equitalia. Il tanto odiato concessionario per la riscossione è stato chiuso dal Decreto Fiscale di fine 2016 e la decorrenza di questa chiusura era appunto il 1° luglio 2016. Equitalia, nelle sue funzioni classiche, nei suoi crediti e voci passive è stato sostituito da Agenzia delle Entrate Riscossione. Durante gli ultimi giorni nessuna comunicazione, cartella o notifica è arrivata a casa dei contribuenti perché il nuovo Ente ha sospeso le azioni fino al 20 agosto.
Adesso però, il nuovo concessionario inizierà il suo lavoro e metterà in atto quello che molti considerano un inasprimento del meccanismo di riscossione. Più poteri all’Ente di riscossione e maggiore facilità nelle operazioni di pignoramento sembrano le caratteristiche principali di questo cambiamento. Anche l’istituto del fermo amministrativo sarà influenzato da questa autentica rivoluzione della riscossione italiana?
Poteri maggiori?
Il nuovo Ente per la riscossione è subentrato in tutto ad Equitalia, anche come dipendenti a libro paga. Su questo argomento sono già nati contenziosi e ricorsi, perfino alla Corte Costituzionale perché diversa la natura tra Equitalia ed Agenzia delle Entrate Riscossione.
Il primo era un organismo privato, mentre il secondo è un vero e proprio ente pubblico. Le assunzioni presso un ente pubblico devono essere fatte tramite concorsi pubblici, come recita la nostra Costituzione. I dipendenti che lavoravano per Equitalia e sono stati assorbiti dal nuovo concessionario sono passati da dipendenti del settore privato a quello pubblico e per molti si tratta di una situazione illecita, incostituzionale.
Un problema che potrebbe mettere a rischio le cartelle, che sarebbero da annullare se i dipendenti che hanno lavorato su questi atti, vengano tacciati di una illecita assunzione dalla Consulta.
Dal punto di vista tecnico ed operativo Agenzia Riscossioni nasce con maggiori poteri rispetto ad Equitalia. Essendo Ente interno all’Agenzia delle Entrate avrà pieno accesso alle banche dati che di norma il Fisco utilizzava solo per i controlli.
Anagrafe Tributaria, catasto, banche ed uffici postali e tutto ciò che è iscritto a nome del debitore, saranno di dominio del concessionario. In pratica, accesso alle banche dati anche in fase di riscossione e sembra che ci sarà più velocità nel passare alle azioni di incasso coattivo ed ai pignoramenti. Anche le ganasce fiscali, cioè il fermo amministrativo dei veicoli intestati ai debitori sarà influenzato dal cambiamento.
Ganasce fiscali
In pratica, decorsi 60 giorni dall’invio della cartella di pagamento, senza che il debitore abbia provveduto a pagare, l’Agenzia delle Entrate Riscossione oggi è autorizzata ad acquisire tutti i dati relativi al reddito ed al patrimonio del contribuente ed a passare subito alle azioni esecutive.
Tra queste azioni, una delle più utilizzate anche dal precedente concessionario è il fermo amministrativo. L’Agenzia ribadendo il concetto di cartella intesa come atto esecutivo in un recente messaggio, produce un effetto anche sulle ganasce fiscali. Infatti, una volta che la cartella, dopo la notifica, non venga pagata, come dicevamo in 60 giorni, nulla impedisce al nuovo ente di passare subito alle azioni di fatto che sono pignoramenti presso terzi (datore di lavoro, ente previdenziale o banche) di stipendi, pensioni e conti correnti, ipoteche sugli immobili ed appunto, il fermo di qualsiasi veicolo, automobile, natante o aeromobile intestati ai debitori.