Da sempre in Italia ci si lamenta per le tasse che vengono aggiunte ad ogni cosa e aumentano ogni anno per coprire il debito pubblico con i contributi del fisco. Non sono solamente Iva, l’Irpef e Imu a prosciugare le tasche dei contribuenti ma quello che incide maggiormente sono le tasse comunali, come ha rilevato un recente studio della CGIA di Mestre. Il fisco attinge per più del 10% a tributi molto particolari e che talvolta non sono più necessari, come quelli sulle bonifiche in aree ormai bonificate da anni.

Tasse sui gradini di casa e sull’ombra delle insegne

Oltre alle tasse di bonifica presenti ancora in moltissimi Comuni, che in realtà non hanno più niente da bonificare, ci sono quelle sulla pulizia dei fossi in particolare nelle aree montane dove magari i fossi non esistono più. Alcuni Comuni italiani del Nord hanno adottato la tassa sui gradini, una variante della Tosap che deve essere pagata dai proprietari di immobili che hanno una scalinata sul suolo pubblico. A Cagliari era stata richiesta qualche tempo fa la tassa sull’ombra, da applicare ai commercianti che proiettavano l’ombra sul suolo pubblico con le loro insegne. Attualmente la tassa non esiste più, ma è noto che il fisco cambia idea da un giorno all’altro applicando nuovi balzelli e tagliandone altri.

È ben conosciuta la tassa sulla raccolta dei funghi e in alcuni Comuni delle castagne, ma vi sono contributi più strani e sconosciuti, come quelli sulla morte.

Le tasse sulla morte e sulle emissioni sonore

Persino dopo morti vi sono tasse da pagare, come l’imposta di bollo sul certificato per la constatazione del decesso e la conservazione cimiteriale.

Se un feretro viene spostato in un altro Comune bisogna pagare anche l’imposta sul diritto di passaggio del carro funebre. Come fa sapere il segretario generale della Confesercenti Mauro Bussoni in un’inchiesta comparsa sul quotidiano La Nazione, anche il rilascio per le patenti aeree è soggetto a tassazione, così come le emissioni sonore degli aeromobili.

Tasse anche sullo spirito per la distillazione degli alcolici, sui sacchetti di plastica non biodegradabili e su libri e registri contabili. Secondo il coordinatore dell’inchiesta della CGIA di Mestre Paolo Zabeo, ogni anno un italiano paga mediamente 8mila euro di tasse che arrivano a 12mila calcolando anche i contributi previdenziali. La pressione tributaria italiana è fortemente influenzata dalle centinaia di tasse che dovrebbero migliorare i servizi offerti ai cittadini basati su problemi e contingenze locali. L’Italia è al quarto posto per tasse pagate in Europa dopo Danimarca, Svezia, Finlandia e Belgio, nazioni dove la qualità della vita è ben diversa.