La proposta di abolire le tasse universitarie in tutte le università pubbliche promossa Pietro Grasso, leader di Liberi e Uguali, ha suscitato un vespaio di polemiche da parte di diversi esponenti, politici e non.

La misura è stata criticata in quanto “favorisce i ricchi e i fuoricorso come Di Maio”, come scrive in suo tweet Simona Malpezzi, parlamentare del Partito Democratico nonché componente della Commissione “Cultura, scienza ed istruzione”, ma anche perché “non dobbiamo regalare l'università ai ricchi, ma aiutare i poveri ad andarci”, come sostiene Tommaso Ninnicini, docente ordinario all’Università Bocconi.

Il Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha invece azzardato che la proposta di Grasso sia “alla Trump”, sostenendo che "se non saranno le famiglie a pagare le tasse universitarie per i propri studenti, sarà l’intera collettività a doverne pagare le spese", compreso chi non ha figli a scuola o chi si trova in una situazione economica non agiata.

'La misura di Grasso avvantaggia i ricchi'

Anche secondo i dati e gli esperti, la misura di Grasso avvantaggerebbe le famiglie più ricche, ovvero quelle che pagano contributi universitari alti, le quali si troverebbero a non dovere pagare più nulla, proprio come chi si trova in una posizione di svantaggio economico. Infatti seppure in Italia le tasse universitarie siano tra le più alte d’Europa, da diversi anni esistono agevolazioni per le famiglie meno ricche, fino ad arrivare al totale esonero dal pagamento delle stesse per gli studenti che provengono da famiglie con redditi bassi, introdotto con la Legge di stabilità del Governo Gentiloni.

Principio di proporzionalità nel pagamento delle tasse universitarie

Nel nostro Paese, l’entità delle tasse universitarie viene calcolata sulla base dell’indicatore ISEE che tiene conto di alcuni parametri economici relativi al nucleo familiare convivente con lo studente universitario. Alla somma degli stipendi dei componenti familiari, vengono inclusi i conti correnti e le proprietà immobiliari.

Il principio alla base del pagamento delle tasse è quello proporzionale: chi più ha, più paga, e viceversa.

L’esonero dal pagamento delle tasse

A partire dallo scorso anno accademico, il Governo ha esonerato dal pagamento delle tasse universitarie gli studenti con ISEE inferiore a 13.000 euro annui, specificando che sono possibili modifiche in aumento a discrezione delle università, purchè gli studenti con indicatore inferiore al minimo stabilito dal Governo siano sempre esonerati dalle tasse.

Secondo i dati dell’Inps raccolti da Il Sole 24 Ore, su 1.6 milioni di studenti universitari, ben 543mila hanno richiesto l’esonero totale dalle tasse universitarie. Per questo motivo alcune università hanno provveduto concretamente ad alzare la soglia ISEE al fine di permettere a più studenti possibile di beneficiare di questo aiuto.

La misura potrebbe portare ad una crescita delle iscrizioni?

Non è chiaro se questa misura porterà ad una crescita del numero di matricole. Certo è invece che il nostro Paese si trova in penultima posozione in Europa per il numero di giovani laureati. Infatti, stando ai dati Eurostat dello scorso aprile, i giovani tra i 30 e i 34 anni laureati, sono solo i 26,2% della totalità; peggio di noi in Europa troviamo solo la Romania, con il 25,6%. I laureati sono comunque raddoppiati rispetto a 15 anni fa, ma la soglia del 40% resta ancora comunque molto lontana.