In arrivo novità per quanto riguarda i controlli fiscali. C’è, infatti, anche il nuovo redditometro nel decreto Dignità appena varato dal Consiglio dei Ministri che non contempla, quindi, la promessa abolizione dello strumento di verifica utilizzato dall’Agenzia delle Entrate, ma un suo restyling che dovrebbe portare, secondo le intenzioni, ad accertamenti fiscali più mirati ed incisivi.

L’accertamento sintetico e il nuovo redditometro

Il decreto Dignità, fortemente voluto dal vice premier Luigi Di Maio, prevede la sospensione del Decreto Ministeriale attualmente in vigore e varato nel 2015 che stabilisce gli indici di capacità contributiva in base ai quali l’Agenzia delle Entrate fa scattare in controlli secondo lo schema previsto dal cosiddetto “accertamento sintetico”.

Questo prevede l’avvio del controllo fiscale nel caso in cui le spese risultanti a carico del contribuente eccedano del 20 per cento gli introiti inseriti nella dichiarazione dei redditi. Verifica che prevede, inizialmente ed in conformità con quanto chiarito da precedenti sentenze della Cassazione, la possibilità per il contribuente di dimostrare che il maggior potere di acquisto deriva da redditi non dichiarati in quanto tassati alla fonte (come nel caso di vincite, risarcimenti, donazioni, eccetera) o perché esentasse. L’accertamento vero e proprio scatterebbe solo nel caso in cui i giustificativi presentati dovessero risultare insufficienti. Questo schema dovrebbe ora essere superato dai nuovi parametri che il Ministro dell’Economia è chiamato a riscrivere, in virtù della delega conferitagli a tal proposito dal decreto Dignità, sentendo anche le associazioni di categoria e l’Istat.

Bloccati i controlli fiscali del redditometro dal 2016 in avanti

Per poter diventare operative, le modifiche al redditometro riportate nel decreto Dignità dovranno essere approvate dai due rami del Parlamento entro 60 giorni. Nel frattempo, non appena il Presidente della Repubblica avrà firmato il decreto, saranno bloccati i controlli fiscali previsti dalle attuali regole dal redditometro riferite al periodo dal 2016 in avanti, mentre saranno ancora effettuati per le dichiarazioni degli anni precedenti.

Le nuove regole cercheranno, quindi, di rendere più efficace la lotta all’economia sommersa, anche se bisogna riconoscere che il redditometro, a partire dalla sua entrata in vigore e con i successivi aggiornamenti, costituisce uno dei pochi strumenti a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per evincere redditi occulti a partire dai consumi.