Una buona notizia per milioni di contribuenti. La revisione, avviata dal Governo M5S - Lega, di diversi strumenti di controllo fiscale, primo fra tutti il redditometro, porterà inevitabilmente ad una sospensione dei controlli da parte dell'Agenzia delle entrate sugli anni di imposta più recenti. Certamente il 2016, ma anche i successivi, come mette in evidenza il "Sole24ore". D'altra parte, i tecnici del Ministero dell'Economia e delle Finanze avrebbero chiesto ulteriore tempo per poter approfondire i risvolti fiscali dello stop allo split payment a favore dei professionisti.

Anche per quanto riguarda lo spesometro gli esperti del Ministero sarebbero orientati verso un chiarimento piuttosto che verso un'abolizione tout court. Si dovrebbe, infatti, consentire ai contribuenti di poter scegliere se optare per l'invio trimestrale o semestrale dei dati richiesti. Si vorrebbe, infatti, unificare gli invii dei dati Iva del terzo e quarto trimestre alla data del 28 febbraio 2019 in modo da eliminare l'invio dei dati a settembre.

La logica del redditometro

Ma come funziona, effettivamente, il redditometro? Occorre precisare che questo strumento di controllo fiscale non fa scattare automaticamente gli accertamenti fiscali. L'amministrazione finanziaria effettua un confronto fra la dichiarazione dei redditi del contribuente e il suo tenore di vita deducibile dai dati che pervengono all'amministrazione stessa da varie fonti, come banche, finanziarie o altre istituzioni pubbliche e private che, per legge, sono tenute a comunicare i dati delle transazioni effettuate all'agenzia delle entrate.

Se viene rilevata un'incongruenza prima di procedere ad un vero e proprio accertamento l'agenzia delle entrate convocherà il contribuente interessato affinché quest'ultimo fornisca le necessarie spiegazioni circa l'origine delle sue disponibilità non presenti in dichiarazione. Se tali spiegazioni non fossero ritenute sufficientemente esaustive si procederà al vero e proprio accertamento fiscale.

Questo fino a ieri, almeno. Se il Decreto Dignità dovesse, infatti, essere confermato dal Parlamento si procederà ad un aggiornamento totale dei parametri di accertamento sintetico. Il Ministero dell'Economia, infatti, ha già ricevuto una delega in questo senso. Ovviamente, prima di apportare le necessarie modifiche il Governo dovrebbe sentire il parere dell'Istat e delle associazioni di categoria dei professionisti.

In particolare sulle modalità da seguire per ricostruire il reddito dei contribuenti in maniera induttiva. L'obiettivo di questo aggiornamento non è quello di mandare in soffitta il redditometro. Ma di avere a disposizione dell'amministrazione finanziaria uno strumento veramente efficace nel contrastare l'economia sommersa.

Chi rischia di ricevere ancora dei controlli

Come accennato all'inizio, gli accertamenti da parte dell'agenzia delle entrate dovrebbero essere interrotti, in attesa del nuovo Decreto ministeriale di revisione dei parametri, per gli anni di imposta a partire dal 2016 e successivi. Ma dato che, in questa materia, vige la prescrizione quinquennale se ne deduce che le dichiarazioni relative a tutto il 2013 potrebbero ancora essere oggetto di controllo. Staremo a vedere cosa decideranno Governo e Parlamento.