Se le pensioni probabilmente sono l’argomento su cui l’opinione pubblica è attenta, viste le continue ipotesi di riforma in cantiere da parte dell’esecutivo Conte, non da meno è la riforma fiscale. Particolarmente atteso è il provvedimento relativo alla cosiddetta Pace Fiscale, una nuova rottamazione delle cartelle o condono che il Governo sta studiando. La Lega, il partito che più spinge per questa maxi sanatoria, secondo le indiscrezioni, avrebbe recapitato al ministro dell'Economia Giovanni Tria il dossier contenente il provvedimento con alcune novità sostanziali circa il funzionamento dello stesso.

Addio al maxi condono

Il nuovo piano di pace fiscale prevede dunque tre fasi e che coinvolgono cartelle esattoriali, accertamenti fiscali e le liti tributarie nei tre gradi di giudizio. La riforma fiscale è un cantiere in continuo fermento. La prima ipotesi di maxi condono tombale è stata archiviata per motivi di cassa, perché troppo costosa per le possibilità di spesa che il Governo ha. Niente da fare al momento per il condono di tutte le cartelle esattoriali fino a 100mila euro come proposto inizialmente. Adesso l’obiettivo dell’esecutivo, in base alla proposta del partito di Matteo Salvini, verte su una specie di nuova rottamazione delle cartelle con in più una rimodulazione delle agevolazioni fiscali da concedere, con sconti su Tasse e imposte evase e sui relativi interessi e sulle relative sanzioni.

La pace fiscale diventerebbe uno strumento che andrebbe a potenziare le misure già in vigore oggi e che mirano a ridurre i problemi di contenziosi dei cittadini con il Fisco.

Come funzionerebbe la misura

Nulla di nuovo dunque, ma solo un aumento delle possibilità offerte ai cittadini per risolvere le pendenze fiscali. Come funzionerà la nuova sanatoria delle cartelle?

Il tutto andando a migliorare il meccanismo del cosiddetto pre-contenzioso, quello del ravvedimento operoso tanto per intenderci, che resta lo strumento in mano ai contribuenti per anticipare il vero e proprio contenzioso fiscale e risolvere da solo il problema debitorio evitando pesanti sanzioni ed interessi. Dalla nuova rottamazione verrebbero esclusi coloro che non hanno rispettato i patti sottoscritti in precedenza, cioè che nonostante siano rientrati nelle prevedenti sanatorie, non hanno provveduto a pagare le rate.

Tre fasi dicevamo, cioè:

  • pre-accertamento che si regolarizza con il ravvedimento operoso. In questo caso al contribuente viene chiesto di versare il 15% della parte incrementale delle imposte dirette dovute.
  • accertamento con adesione, pagando quindi il debito ma senza cancellando sanzioni e interessi di mora.
  • contenzioso tributari, evitando così di pagare sanzioni e interessi concordando una estinzione del debito scontata in base al parere del giudice.

Tutto ciò a esclusione dei debiti relativi all'Iva che, essendo modulata a livello europeo, non può essere condonata e nemmeno scontata. Tre vie quindi per estinguere tutti i debiti fiscali con sconti e riduzione offerti in base alla capacità economica del contribuente, all'importo del contenzioso ed alle probabilità di chiusura della controversia.

Sconti che secondo la proposta potrebbero arrivare anche alla riduzione del debito tra il 20 e l’80%. Anche se siamo ancora nel campo delle ipotesi, la proposta indica la via che il Governo sembra intenzionato a intraprendere. Già con la nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza che il Governo dovrebbe presentare il 27 settembre, si potrebbero avere delucidazioni ufficiali in merito. Infatti anche questo provvedimento giocoforza dovrà finire nella Legge di Bilancio di fine anno, o più precisamente, nel classico decreto fiscale, atto collegato alla manovra finanziaria.