Milioni di contribuenti hanno aderito alla cosiddetta pace fiscale per mettersi in regola con il fisco. L’Agenzia delle Entrate Riscossione invece ha cestinato e annullato milioni di cartelle per molti contribuenti senza che questi ultimi abbiano dovuto presentare alcuna domanda. I numeri sono altisonanti per quanto riguarda i provvedimenti di sanatoria con il Fisco che il governo a guida leghista e grillina ha varato tra legge di Bilancio e decreto fiscale.

Due esponenti del governo giallo-verde, entrambi rappresentanti del Ministero dell’Economia, cioè il viceministro all’Economia, Massimo Garavaglia e il sottosegretario all’Economia, Massimo Bitonci, hanno illustrato i risultati ottenuti da questi provvedimenti.

Rottamazione ter, saldo e stralcio e cancellazione d’ufficio delle cartelle sotto i 1.000 euro sono i tre provvedimenti che hanno riscosso un notevole successo sui contribuenti che avevano debiti di varia natura con il Fisco.

La pace fiscale

Lo scorso 30 aprile sono scadute le domande di adesione alla definizione agevolata dei debiti, meglio conosciuta come rottamazione delle cartelle ed al saldo e stralcio. Sono due misure che consentivano ai contribuenti indebitati di chiedere una pacificazione ottenendo sconti sugli importi da pagare e discreti piani di rateizzazione. Tutte e due le misure riguardavano dal punto di vista temporale, i debiti e quindi le cartelle che sono state caricate sul gobbone dei contribuenti, tra il 2000 ed il 2017.

La rottamazione delle cartelle, giunta alla terza edizione si riferiva a debiti diventati cartelle e multe del codice della strada nel periodo ammesso alla sanatoria. Aderendo alla definizione agevolata i contribuenti ottengono l’azzeramento di sanzioni ed interessi di mora e pertanto dovranno pagare soltanto l’importo del tributo evaso, con interessi per ritardata iscrizione a ruolo e con eventuali interessi per dilazione di pagamento.

La rottamazione delle cartelle ha fatto registrare un’adesione sopra le aspettative probabilmente perché rispetto ai provvedimenti simili degli anni precedenti (quella attuale è la terza edizione di rottamazione cartelle) è stata concessa la possibilità di chiedere un piano di pagamento dilazionato fino a cinque anni. In tutto sono oltre 1,225 milioni le richieste di adesione, di cui 200 mila ancora in lavorazione.

Meno dirompenti numericamente le domande di saldo e stralcio cartelle.

Questa misura era ancora più vantaggiosa perché offriva ai richiedenti un netto taglio delle cifre di debito da pagare, un taglio che incideva anche sulle entità dei tributi dato che anche in questo caso venivano abbuonati interessi e sanzioni. La misura si rivolgeva però solo a cittadini in grave e comprovata difficoltà economica. I richiedenti hanno dovuto richiedere l’Isee che è il documento con cui le Entrate hanno certificato la conclamata difficoltà finanziaria dei richiedenti. A chi verrà accolta la domanda, (sono circa 300 mila le adesioni) per il cosiddetto “saldo e stralcio” viene consentito di chiudere i conti versando una quota forfettaria del debito, una percentuale del 16, 20 e 35% in base all’Isee.

La cancellazione d’ufficio

Il sottosegretario Bitonci ha confermato come 5 milioni di cartelle sono state definitivamente cancellate dal Fisco. Si tratta delle cartelle più vecchie, quelle dal 2000 al 2010 e di importo inferiore a 1.000 euro. Una cancellazione che ha consentito ai contribuenti di liberarsi di molti vecchi debiti ed alle Entrate di alleggerire la banca dati e gli archivi di debiti troppo vecchi ed in molti casi ormai non più incassabili (morte del debitore per esempio). Sempre Bitonci ha precisato che sono state cancellate anche le cartelle Inps di importo basso, mentre non è stato possibile andare a cancellare quelle che i contribuenti hanno nei confronti delle altre casse previdenziali.

Come si diceva in premessa, le domande per le sanatorie sono scadute lo scorso 30 aprile, ma nel decreto crescita, sempre il sottosegretario all'Economia ha confermato che ci sarà un emendamento che riaprirà i termini per presentare domanda per chi non è riuscito a farla entro la scadenza prefissata. Una riapertura che però contrariamente alle ultime voci, non sarà estesa ad altri debiti e cartelle dei contribuenti, continuando con le regole ed i vincoli previsti dalla manovra finanziaria.