Se si potesse stilare una classifica delle Tasse che stanno più antipatiche ai contribuenti italiani, nei primi posti ci sarebbe senza dubbio il canone Rai. La tassa per il possesso di in apparecchio radio-televisivo negli ultimi anni ha visto diverse e importanti novità che lo riguardano a partire dalla modalità di pagamento che da qualche anno è inserita a rate nella bolletta energetica.
La tassa comunque risulta essere anche ai primi posti come evasione, soprattutto prima dell'inserimento della stessa nella bolletta dell'energia elettrica. Proprio in relazione all'evasione del pagamento del canone la Cassazione ha di fatto cancellato i debiti più vecchi, quelli per i canoni dal 2000 al 2010.
Anche il canone Rai infatti rientra tra le tasse che la Pace Fiscale ha inserito tra quelle condonate se di importo inferiore a 1.000 euro e frelative agli anni compresi nella forbice tra il 1° gennaio 2000 ed il 31 dicembre 2010.
La Cassazione con una sentenza depositata martedì 30 aprile ha di fatto confermato quanto previsto dalla Pace Fiscale, chiarendo alcuni dubbi che il provvedimento inserito nella manovra finanziaria dal governo, aveva lasciato sul campo.
Importo singolo della tassa
Un autentico condono per le cartelle non pagate tra il 2000 ed il 2010 è uno dei tre provvedimenti più popolari della Pace Fiscale. Infatti oltre alla rottamazione delle cartelle ed al saldo e stralcio, misure che riguardano entrambe i ruoli tra il 2010 ed il 2017, la Pace Fiscale ha prodotto la cancellazione d'ufficio di tutte le cartelle al di sotto di 1.000 euro del periodo 2000-2010.
Il limite dei 1.000 euro va inteso per singolo tributo, tassa o imposta dovuta e non sull'intera cartella. Questa una delle più importanti conferme che la Cassazione ha prodotto con la sua pronuncia su un ricorso di un contribuente al quale non era stata cancellata d'ufficio la cartella relativa al canone Rai 2008.
L'importo del canone è sempre stato intorno a 110 euro e pertanto rientrando nella soglia massima di importo di una cartella che da diritto alla cancellazione, tutti i canoni annuali del decennio di osservazione, se evasi non sono più dovuti.
Il problema era che in linea generale a molti contribuenti arrivano cartelle cumulative che riguardano tutti i canoni Rai non pagati. Una cartella di 1.200 euro relativa a 10 annualità di canone devono essere considerate per singola tassa evasa e non nell'insieme. Questa in sintesi al pronuncia della Cassazione che rafforza il provvedimento del governo ed apre le porte a possibili ricorsi da parte dei contribuenti ai quali Agenzia delle Entrate Riscossione continua a chiedere le mensilità arretrate del canone.
La data di scadenza della tassa e quella di iscrizione a ruolo
Ricapitolando, il periodo per il quale vale questo condono dei debiti più piccoli è quello che va dal 2000 al 2010. Occorre precisare però che anche per il canone Rai come per tutti gli altri balzelli presenti nelle cartelle adesso cancellate, più che l'anno di imposta conta quello di iscrizione a ruolo. Infatti la cancellazione delle cartelle, essendo una misura che riguarda il concessionario della riscossione, si riferisce a cartelle esattoriali e non alle tasse o ai tributi. In pratica è la data di iscrizione a ruolo quella che conta e pertanto, gli anni per così dire bonificati, sono quelli in cui la tassa evasa è diventata cartella esattoriale, passando nelle grinfie di Equitalia per la riscossione.
Può accadere infatti che un canone Rai non pagato nel 2009, sia diventato cartella esattoriale solo nel 2011. In questo caso la cancellazione d'ufficio non avviene perchè anche se l'anno di evasione rientra nel decennio di riferimento, l'iscrizione a ruolo che ha determinato la cartella esattoriale è sopraggiunta successivamente al 2010.