Da anni ormai la bolletta per l’energia elettrica è diventata strumento utile anche per pagare il canone Rai. Infatti la tassa per i possessori di un apparecchio radio-televisivo viene pagata dal contribuente a rate nelle bollette dell’energia elettrica di casa. Una soluzione che stando alle statistiche ha ridotto drasticamente i mancati pagamenti del canone Rai che risultava essere una delle Tasse più evase dagli italiani. Adesso sembra prendere piede l’ipotesi di allargare il sistema ad altre tasse che comunemente gravano su tutti i cittadini.

La Tari, la Tassa sui rifiuti solidi urbani (si chiama anche Tarsu in alcuni Comuni) potrebbe essere il secondo “balzello” a finire nella bolletta dell’energia elettrica. Per adesso si parla di ipotesi, perché l’idea è dentro una proposta che durante le audizioni in Senato relative al decreto “sblocca cantieri” è stata presentata dall’Anci. Nell’atto che il governo sta varando per rilanciare le opere pubbliche e per sbloccare i cantieri fermi per cavilli e burocrazia, l’Associazione dei Comuni Italiani chiede di inserire la Tari nella bolletta energetica.

Un sistema ormai consolidato per ridurre l’evasione

Come il canone Rai anche la Tari è una delle tasse più odiate e tra quelle che più comunemente gli italiani evadono.

Dalla lotta all’evasione probabilmente nasce questa proposta dei Comuni che chiedono adesso al governo di allargare alla Tari il sistema di pagamento del canone Rai che il governo allora presieduto da Matteo Renzi introdusse nel nostro ordinamento. Per l’Anci questa soluzione riuscirebbe a far centrare ottimi risultati nelle percentuali di riscossione della tassa.

Un gettito che specialmente per i Comuni più in difficoltà in materia conti pubblici ed in evidente crisi finanziaria, potrebbe essere un toccasana che ridarebbe ossigeno agli Enti con soldi che andrebbero a coprire altri servizi di pubblica utilità per i cittadini stessi. La proposta dell’Anci adesso deve essere approvata dal Parlamento e le possibilità di passaggio positivo non sono del tutto campate in aria.

Una proposta simile infatti fu oggetto anche di un emendamento alla legge di Bilancio 2018 da parte della Lega di Matteo Salvini. Un emendamento che fu bocciato anche perché la legge di Bilancio aveva prerogative e priorità come il reddito di cittadinanza e la quota 100 che ingessarono qualsiasi altro provvedimento che si sarebbe voluto inserire.

La tassa a rate bimestrali?

Quando fu la Lega a proporre di inserire la Tari nella bolletta energetica, alla stregua del canone Rai si pensava ad un sistema solo per i Comuni in dissesto finanziario ed in gravi e conclamate difficoltà nei conti pubblici. Già allora le polemiche furono molte, con le associazioni dei consumatori che vedevano in questo strumento un peggioramento della situazione per i contribuenti oltre che un aumento della spesa.

La Tari infatti andrebbe pagata come il canone Rai ogni due mesi perché ogni bimestre arriva la bolletta dell’energia elettrica. Essendo nettamente più pesante come importo complessivo rispetto al canone Rai, la rata nella bolletta elettrica sarebbe pesante, andando ad aumentare il costo della bolletta energetica che i cittadini devono pagare ogni due mesi. Si tratterebbe di avere una bolletta dell’energia elettrica che è già gravata dai 18 euro bimensili del canone televisivo, con altri 50 euro circa di Tari, per un esborso che diventerebbe pesante ogni due mesi. Il decreto sblocca cantieri però è ancora distante dall’essere approvato e convertito in legge. Pur se ottimo dal punto di vista strutturale, il decreto che rilancerebbe le opere pubbliche presenta dubbi circa la celerità della sua entrata in vigore.

I sei mesi di tempo necessari affinché vengano adottate le misure previste dal decreto sono troppo lunghi secondo Confindustria perché il decreto sortisca effetti positivi. E se il decreto si ingessa su problematiche del genere, anche la Tari in bolletta resterebbe solo una semplice proposta.