Intel dovrà pagare una multa di 1,06 miliardi di euro. La società americana, infatti, ha perso il ricorso presentato cinque anni alla Corte di Bruxelles che l'ha riconosciuta colpevole di abuso di posizione dominante nel mercato dei processori X86. Insomma, il maggior produttore mondiale di microprocessori ha deliberatamente violato le regole della libera concorrenza stabilite dall'Unione Europea e dallo Spazio Economico Europeo (SEE).
Tutto è iniziato nel 2009 con la segnalazione all'Antitrust europeo di Advanced Micro Devices. Secondo AMD, Intel stava abusando della sua posizione di leader di mercato per osteggiare gli altri produttori di chip.
Per verificare la consistenza di tale gravi accuse la Commissione Europea ha fatto numerosi controlli negli stabilimenti e negli uffici di Intel. Gli accertamenti hanno confermato le accuse di AMD e l'Europa ha condannato la società californiana che poi ha presentato ricorso, e ci sono voluti cinque anni per la condanna definitiva.
Come ha fatto Intel a commettere abuso di posizione dominante? Il verdetto del Tribunale lo spiega in 300 pagine, ma noi cercheremo di riassumerlo in poche righe. Semplice, ha abbassato i prezzi. Secondo la Commissione Antitrust, Intel ha applicato la riduzione dei prezzi dal 2002 al 2005, e grazie a questo "sottocosto", è riuscita a acquisire fino al 95% del mercato.
Tutti acquistavano dalla società di Santa Clara che vendeva prodotti di ottima qualità a costi decisamente inferiori a quelli del maggiore concorrente.
Una curiosità: anche negli Stati Uniti Intel è stata accusata da AMD e oltreoceano al colosso americano non è andata meglio, infatti la casa californiana ha patteggiato e ha pagato 1,25 miliardi di dollari ad Advanced Micro Devices.