Alieni e UFO dell'Area 51, è un periodo in cui tornano a fioccare le rivelazioni shock, o perlomeno presunte tali. Tutto continua a ruotare intorno all'ipotetico e "mitologico" UFO Crash di Roswell (New Mexico), evento che sarebbe avvenuto nel 1947 secondo le più diffuse teorie ufologiche. A guadagnare ampia visibilità sui mass media anglosassoni, tra cui il Mirror, è stato recentemente il ricercatore Tom Carey. In una dichiarazione pubblica, il ricercatore UFO americano avrebbe affermato di possedere presunte prove definitive su uno dei misteri insoluti del ventesimo secolo.
Tom Carey sarebbe entrato in possesso di una fotografia: nell'immagine si evincerebbe chiaramente (a suo dire) come un extraterrestre fosse presente all'interno della base super segreta "Area 51".
Tom Carey non avrebbe ancora mostrato all'opinione pubblica la foto in questione per una motivazione precisa: desidererebbe effettuare ulteriori analisi ed indagini sull'autenticità della stessa. Una "smoking gun" sul fenomeno UFO e l'ipotesi extraterrestre? Come spesso accade in tali circostanze, il fronte degli scettici valuta con prudenza proclami del genere. Scetticismo diffuso anche in seno alle pur vaste schiere di "possibilisti" e appassionati, delusi ripetutamente in passato di fronte a rivelazioni shock di tenore simile.
Rivelatesi successivamente inconsistenti.
Come sarebbe entrato in possesso della misteriosa fotografia? Tom Carey ha affermato di averla ricevuta da un sedicente agente della CIA, o perlomeno un ex collaboratore dei servizi segreti americani. In realtà, la fotografia in questione sarebbe il frutto di un intero rullino sviluppato.
Di certo, immagini di ipotetici alieni, le ombre di segretezza intorno all'Area 51 e il presunto UFO di Roswell, rivestono ancora un mix denso di fascino nell'opinione pubblica internazionale. Le prove oggettive? In 67 anni gli indizi concretamente validi non hanno certamente abbondato. Nel migliore dei casi si sono rivelati semplici affermazioni di presunti "testimoni", prive di una possibile controprova. Sufficienti tuttavia a perpetuare un alone di mistero e leggenda, che sopravvive anche nell'era digitale.