Dopo un anno dalla sentenza emessa dalla Corte di Giustizia europea sul diritto alla cancellazione dei link ritenuti lesivi o non importanti, dai motori di ricerca, riguardo a persone, Google ha provveduto a rimuovere più di 320.000 collegamenti. Le richieste pervenute sono state quasi un milione di cui il 58% è stato rigettatto, mentre dall'Italia le richieste sono state complessivamente 20 mila. Questi dati comprendono il periodo che inizia il 29 maggio 2014, giorno in cui Big G ha iniziato la raccolta delle richieste, fino ad oggi.
La sentenza della Corte di Giustizia ha stabilito che se la richiesta di rimozione del contenuto di una pagina web non veniva accolta dal possessore o gestore del sito stesso, il compito di provvedere alla cancellazione spettava del motore di ricerca.
A dare il via a tutta la faccenda è stato un cittadino spagnolo che presentò un reclamo all'Agenzia spagnola di protezione dei dati, la Aepd contro il giornale 'La Vanguardia', Google Spain e Google Inc. La persona denunciava il fatto che scrivendo sul motore il proprio nome, ed effettuando la ricerca, si visualizzavano dei collegamenti al quotidiano spagnolo risalenti a marzo 1998. Il contenuto delle pagine riguardava l'annuncio della vendita della casa del cittadino per via di problemi economici, poi risolti.
Da parte di Google fanno sapere che: "Abbiamo ricevuto ogni genere di richieste. Per reati gravi, foto screditanti, bullismo o insulti online, articoli di giornale e molto altro. Ma noi dobbiamo valutare sia il diritto di una persona all'oblio sia il diritto del pubblico di poter usufruire dell'informazione".
Mentre per quanto concerne il nostro Paese, emerge che gli italiani non danno molto peso alla loro reputazione online. Infatti dall'inizio della raccolta delle domande di rimozione, sono 19.126 le richieste partite dall'Italia, riguardanti 65.856 link. Google ne ha respinte il 72,4%. La nazione invece in testa per richieste è la Francia con oltre 50mila, di cui il 48% cancellato.
Seguono i tedeschi con 43 mila richieste cancellate nel 48,9% dei casi e gli inglesi 32 mila, ottenendo risposta positiva nel 37,6% dei casi.
Il dibattito rimane comunque spinoso, poiché, prima di cancellare un contenuto bisogna valutare che personaggi di dubbia moralità possano nascondere le tracce del loro passato, ma al tempo stesso garantire il diritto all'informazione per i cittadini onesti.