Difficilmente nella nostra quotidianità incontriamo qualcuno che non abbia Facebook o che almeno una volta al giorno non si connetta al social network. Da questo ci rendiamo conto di quanto questa nuova realtà virtuale sia presente nella vita di ognuno di noi.Dal 4 agosto poi la situazione è notevolmente cambiata in quanto negli Stati Uniti d’America è stato riconosciuto un brevetto che autorizzerebbe Facebook a prendere tutti i nostri dati personali, anche quelli finanziari, e a venderli a chiunque ne faccia richiesta.

Davvero siamo talmente presi dal virtuale fino a non dare alcuna importanza al fatto che la nostra privacy sia pressoché nulla?

Per indagare se si hanno le condizioni economiche adeguate per un mutuo o per un prestito, le banche potranno prendere informazioni anche tramite il social network. Nel mondo di internet esistono dei siti appositi che verificano la situazione finanziaria delle persone ma la novità sta proprio nel fatto che sarà un social network a compiere questa missione.

Facebook studia i nostri comportamenti sulla piattaforma

Un miliardo di utenti saranno tenuti sotto controllo anche dal punto di vista finanziario per fare in modo che le banche non corrano il rischio di erogare dei prestiti a persone che secondo il social network non sono in grado di restituirli. Quindi le nostre banche oltre a fare le loro consuete indagini chiederanno anche a Mr.

Facebook di dare un suo resoconto.Questa è la nuova realtà che ci è stata costruita intorno e i dibattiti sono già molti da parte di chi si lamenta di vivere continuamente sotto controllo e di non avere più nessun tipo di libertà. Inoltre la raccolta dei dati per visualizzare se si è un buon creditore avverrebbe attraverso delle pubblicità a pagamento e quindi non esplicitamente espressa.

Questo nuovo brevetto, tra i moltissimi brevetti già depositati da Facebook, è quello che sta facendo più riflettere gli utenti registrati soprattutto su quali informazioni condividere in rete e quali è meglio evitare di far sapere anche ai nostri amici virtuali.