Per impedire l’eccessiva invasività di alcuni spot pubblicitari sui siti internet sono stati sviluppati degli appositi software che hanno la capacità di bloccarli e a quanto pare sono molto utilizzati dagli utenti: difatti l’impiego di questi programmi a livello mondiale causerà 21,8 miliardi di dollari di perdite nel 2015 per le aziende che utilizzano questi spot e ben 41,4 miliardi di dollari nel 2016.

A fotografare questa negativa situazione è Adobe e PageFair, i quali hanno rivelato che a fine Giugno 2015 le persone che facevano uso dei programmi di ad-blocking erano già 198 milioni in tutto il mondo, di cui 77 milioni in Europa e 4,7 milioni in Italia con una crescita esponenziale su base annua calcolata con un aumento del 41%.

Esprimendolo in dati percentuali otteniamo che il 6 % degli utenti di internet a livello mondiale utilizza questi software anti pubblicità e le perdite stimate costituiscono il 14 % della spesa sostenuta da tutte le aziende nel mondo per investire in spot pubblicitari.

Perdite per miliardi di euro

La situazione negli Stati Uniti è ancora più negativa in quanto le persone che bloccano gli spot sono aumentate del 48% in un solo anno mentre in Europa abbiamo un dato che ammonta ad un + 38 % e analizzando le singole nazioni l’Italia si trova al quint’ultimo posto con una percentuale di utenti anti spot del 12,9 %, mentre è prima la Grecia con il 36,7 % e seconda la Polonia con il 34,9 %, nella parte bassa della classifica vediamo la Francia con il 10,3 % e Slovacchia con l’8,9 %.

I filtri ad-blocking sono installati sul browser Google Chrome da parte di 126 milioni di utenti, 48 milioni di utenti per Firefox e 9 milioni per Safari. La situazione attuale della navigazione per smartphone e tablet è meno negativa per la pubblicità, anche se gli analisti prevedono che cambierà presto anche perché il nuovo sistema operativo Apple iOS9 supporterà questi filtri e il browser Safari della Apple è utilizzato dal 52% delle persone che navigano sul web da smartphone e tablet.