Apple lancierà sul mercato l’i-Phone mini SE (Special Edition) e l’i-Pad Air 3. Si tratta di due nuovi dispositivi che saranno in vendita in Italia dal 21 marzo in poi. Intanto negli Usa nasce uno scontro ideologico tra privacy e sicurezza. L’FBI vorrebbe avere accesso a tutti i dati conservati nei dispositivi Apple. L’azienda di Cupertino, appoggiata dall’Onu, sembra non essere d’accordo. Ma procediamo con ordine.

Ecco le caratteristiche dell’i-Phone SE e dell’i-Pad Air 3

L’i-Phone SE avrà un processore A9 e un coprocessore di movimento M9; con memoria da 16 o 64 GB; avrà un display da 4 pollici; un lettore di impronte digitali e un touch ID per i pagamenti tramite Apple pay.

Per le caratteristiche esetetiche dovrebbe essere simile all’i-Phone 5S. Il prezzo? Dovrebbe variare tra i 400 e i 500 dollari negli Usa; mentre in Italia il prezzo del dispositivo dovrebbe essere circa di 550 euro. l’i-Pad Pro, invece, conterà su un processore A9X, con 4GB di Ram. Questo nuovo i-Pad dovrebbe avere anche un pennino ed una smart keyboard. Inoltre avrà un display da 9,7 pollici; una fotocamera di alta qualità dotata di sensori con 12 megapixel e la possibilità di produrre video in formato 4K.

Privacy e sicurezza, Apple contro Fbi, l’Onu sceglie di diritti individuali

L’FBI vorrebbe avere a disposizione un software per avere accesso ai dati criptati degli i-Phone. L’intenzione è quella di avere accesso ad informazioni utili in caso di indagini.

Ecco che si apre un dibattito politico ed ideologico. È giusto fornire alle autorità politiche e giudiziarie un libero accesso ai dati digitali degli utenti? Ovviamente in un caso specifico sembrerebbe giusto dare la possibilità alle forze dell’ordine di indagare al meglio. Anche avendo accesso a tutti i dati disponibili. Ma il problema, secondo l’Alto Commissario Onu, Zeid Raàd Al Hussein, potrebbe porsi in seguito.

Al Hussein, ha dichiarato che i diritti individuali hanno un valore maggiore della sicurezza in un caso specifico. L’Onu, a tal proposito, ha anche lanciato un sondaggio su Twitter che durerà una settimana. In particolare il Commissario Onu ha argomentato la sua decisione affermando che, con la decrittazione dei dati potrebbe implicare una serie di conseguenze a cascata.Ovvero rendere i dati personali di ogni genere soggetti a furti. In un documento dell’Onu si legge che “le autorità rischiano di aprire un vaso di Pandora, con conseguenze dannose per milioni di persone”.