Anche dall'Italia primi segnali di svolta. Facebook ha annunciato una modifica dell’algoritmo per dare la priorità alle notizie di certa provenienza e si dice pronto a individuare e classificare le pagine che diffondono falsità attraverso «segnali universali». L’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti ha dato la spinta verso la diffusione di notizie che siano reali, e non manipolate.

Lunedì è arrivata la condanna morale dell'UE alle piattaforme di ricerca e social networking. Ieri sera Menlo Park ha risposto con lo sforzo informatico che dovrebbe dare il colpo di grazia ai contenuti acchiappa clic nel News Feed.

In America e Germania è in fase di test la verifica terze parti dei post segnalati dagli utenti come potenzialmente falsi. In questo caso, invece, la piattaforma creata da Mark Zuckerberg ha usato una serie di parametri, anche analizzando le pagine evidentemente dedite alla condivisione di Fake News, per creare un modello da applicare nella "gerarchizzazione del flusso".

Martedì prossimo sarà la volta del nostro Paese, con la presidente della Camera Laura Boldrini che diffonderà un documento per stimolare la partecipazione dei cittadini. Esso è composto da cinque punti che evidenziano la portata del problema. Nei prossimi due mesi verranno raccolte le firme dei cittadini. Hanno già aderito Claudio Amendola, Gianni Morandi, Fiorello, Carlo Verdone, Ferzan Ozpetek e l’antropologo francese Marc Augé.

Dai giornali e le piattaforme fino alle scuole, in cui è già previsto un tour della commissione Internet della Camera per aiutare gli studenti ad adottare un approccio consapevole e critico mentre navigano. Le aule sono il posto giusto: secondo l’Istituto Giuseppe Toniolo, la percentuale dei giovani che condivide notizie senza verificarle è del 15 per cento fra chi non è andato oltre la scuola dell’obbligo.

Scende al 9,6 per cento fra chi ha un diploma e all’8,8 per cento fra i laureati. Per il “debunker” Paolo Attivissimo l’iniziativa italiana può inoltre rivelarsi utile perché l’intervento delle istituzioni permette di far arrivare a tutti «i concetti di fake news, propaganda online e interessi economici specifici».