Il titolo del corto è Cassini’s Grand Finale e il produttore è Erik Wernquist, digital artist di Stoccolma commissionato direttamente dal Jet Propulsion Laboratory della NASA. La spettacolare simulazione – realizzata in base alle reali immagini provenienti dal pianeta degli anelli - mostrerà a tutto il mondo ciò che avverrà nei prossimi mesi alla gloriosa sonda spaziale, che dopo vent’anni di servizio ha quasi esaurito l'energia che le permette di eseguire le manovre comandate da Terra (energia proveniente da tre generatori termoelettrici a radioisotopi).
Il lancio in orbita risale al 1997
Lanciata in orbita nel 1997, la sonda era inizialmente costituita dall’orbiter Cassini e dal lander Huygens. Nel 2004 la coppia Cassini-Huygens aveva raggiunto il pianeta Saturno dopo un viaggio di quasi un miliardo e mezzo di chilometri, ed è stata la prima sonda in assoluto ad entrare nell’orbita del gigante gassoso (la quarta ad essersi avvicinata a Saturno dopo la sonda Pioneer 11 nel 1971, la Voyager 1 nel 1980, e la Voyager 2 nel 1981). Un altro primato è stato conquistato anche dall’orbiter Huygens, sganciato nel 2005 sulla superficie di Titano, la più grande luna di Saturno: il lander è così diventato il primo manufatto umano a toccare una superficie del sistema solare più esterno.
Le straordinarie scoperte della missione
Questo 26 aprile la sonda Cassini ha già iniziato la manovra che la porterà sull’orbita finale, e il 15 settembre, secondo la tabella di marcia studiata dalla NASA, ci sarà il saluto finale e il tuffo definitivo nell’atmosfera del “Signore degli Anelli”. Costata più di 3 miliardi di dollari, la missione Cassini-Huygens ha portato una mole impressionante di dati e di immagini che ha permesso agli scienziati di scoprire su Saturno più di quanto fosse prevedibile.
Tra le scoperte più clamorose, l’oceano sotto la superficie ghiacciata della luna Encelado e i mari di metano che ricoprono Titano. L’ultima grande notizia che riguarda l’oceano di Encelado è arrivata proprio in questo mese di aprile: lo spettrometro della sonda ha infatti scoperto sorgenti termali simili a quelle che si trovano sui fondali oceanici terrestri, e le tracce di idrogeno e di anidride carbonica che sono state individuate potrebbero portare a una conclusione eccezionale: proprio in questo momento, sui fondali di quell’oceano extraterrestre, potrebbero nascondersi forme di vita aliena.