Vi è mai capitato di segnalare post su Facebook esplicitamente e socialmente scorretti e non vederli scomparire dalla propria home? Vi siete mai accorti di quanta violenza gira sul social più usato di sempre, mentre grandi opere d'arte come "L'origine del Mondo" di Courbet, la Statua di Nettuno di Bologna oppure la storica foto scattata in Vietnam nel 1972 raffigurante una bambina bruciata dal napalm, sono state censurate per nudo? Quando accadono cose del genere la domanda che sorge spontanea è: "Ma in che modo Facebook attua il controllo della sua censura sui post?".

Quali sono le regole

Ma grazie a dei documenti resi pubblici dal The Guardian denominati "facebook files"; oggi possiamo avere una visione più chiara su questo interrogativo. Tali documenti sono infatti una vera e propria fuga di notizie, le quali trattano delle modalità e delle regole di censura che Mark Zuckerberg e co. impone al suo team di supervisione dei post. Stando ai Facebook Files, l'unico che può dettare regole è lo stesso social network, che si pone quindi anche come giudice indiscusso dei post che possono rimanere pubblici o meno.

Tali leggi sono molto variegate. Ad esempio, un atto di autolesionismo non deve essere per forza rimosso, mentre la frase "Qualcuno ha sparato a Trump" può rappresentare un obiettivo sensibile, poiché si tratta di un personaggio pubblico, nonché appartenente ad una categoria protetta.

La popolarità nella censura è molto importante per il colosso social americano. Se un utente ha più di 100.000 followers diventa un "osservato speciale" della censura, poiché i suoi post possono essere visti da tante persone.

I contenuti che trattano degli abusi sui minori possono rimanere pubblici solo se non istigano alla violenza o al sadismo (a meno che gli abusi non siano di tipo sessuale, in quel caso vengono censurati a prescindere).

Vi è tolleranza anche per ciò che ritrae violenza su animali o morti cruente. Non sempre infatti essi vengono censurati immediatamente, ma solo se hanno una funzione diseducativa.

Fuga di notizie in un momento delicato

Questo è solo un piccolo assaggio di tali documenti, i quali escono a galla in un momento molto delicato per Facebook.

Tanti paesi, tra cui in primis quelli europei e soprattutto la Germania, stanno infatti facendo molta pressione sul social network ideato da Zuckerberg, per inasprire il filtraggio dei contenuti. Tante volte Angela Merkel ha fatto leva sulla sua volontà di voler multare in modo salato Facebook, nel caso quest'ultimo non dia regole precise o non vigili al meglio la censura. Nonostante le regole ancora non siano chiare e spesso risultino molto indulgenti, si vede però una certa volontà da parte del team di Mark Zuckerberg di voler venire incontro alle richieste di verità e pulizia di contenuti da parte di tanti utenti.