Dopo tanti dubbi arrivano le prime certezze. Il mondo accademico ha finalmente trovato i cosiddetti fermioni di Majorana. L'impresa scientifica è stata possibile utilizzando superconduttori topologici (TSs) riuscendo a far procedere così gli elettroni su due strade separate nella "modalità Maiorana". Le conseguenze di questa incredibile scoperta potrebbero portare alla nascita di nuovi computer quantistici essendo i fermioni adatti alla registrazione di informazioni in quanto debolmente influenzabili da forze esterne di tipo fisico.

La notizia

Era nell'aria e si respirava nei laboratori di mezzo mondo ma la conferma tardava ad arrivare.

La settimana scorsa lo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista "Science" conferma quelle che fino a poco tempo fa erano solo ipotesi teorizzate da Ettore Majorana nel 1937. Il fermione, così chiamato in onore del fisico Enrico Fermi, che spinse Majorana a passare dalla Facoltà di Ingegneria a fisica teorica, viene anche soprannominata “particella dell'angelo”. Il gruppo di studio dei ragazzi di via Panisperna avrebbe di che gioire visti i risultati ottenuti da questa scoperta. Le conseguenze di tale esperimento le vedremo nei prossimi anni applicate probabilmente all'informatica e alle alte tecnologie ad essa collegata.

L'esperimento

Pochi giorni fa il professor Shoucheng Zhan ha tentato una strada innovativa ovvero utilizzare dei superconduttori (TSs) avendo la certezza che in un singolo qubit (quantum bit), un'informazione potrebbe essere registrata in tale particella in modo tale che se dovesse degradarsi su un lato resterebbe comunque inalterata dall'altro.

Ai profani della fisica quantistica queste informazioni sembrerebbero irrilevanti nella vita di tutti i giorni, ma non lo saranno nel prossimo futuro. Immaginate super computer quantistici con capacità di elaborazione e memorizzazione inimmaginabili fino ad oggi. Se a questo aggiungiamo l'innovazione dell'intelligenza artificiale e della robotica, è possibile farsi un'idea dell'impatto reale che si avrebbe nel vivere comune.

Gli studi di Majorana hanno approcciato anche soprattutto la ricerca di nuove fonti di energia per trovare un'alternativa alle attuali fonti fossili che stanno distruggendo il pianeta. La capacità di Majorana di entrare nella realtà delle leggi naturali del mondo che egli osservava è una virtù quasi unica. L'intuizione di 80 anni fa trova riscontro solo oggi grazie alle innovazioni tecnologiche che hanno permesso la realizzazione di strumenti scientifici di analisi e verifica di tali dati all'epoca impensabili.

Le incredibili conseguenze di tale pubblicazione che ha coinvolto la scienza ufficiale hanno portato anche alla nascita di una pagina Facebook dedicata a Majorana e ai suoi esperimenti, che ha fatto mezzo milione di visualizzazioni in pochi giorni. Sintomo di un ritrovato interesse delle nuove generazioni social per un argomento non proprio comprensibile a tutti come la fisica quantistica.

Fenomeno social e raccolta firme al M5S

Le incredibili conseguenze di tale pubblicazione che ha coinvolto la scienza ufficiale hanno portato anche alla nascita di una pagina Facebook dedicata a Majorana e ai suoi esperimenti, che ha fatto mezzo milione di visualizzazioni in pochi giorni. Sintomo di un ritrovato interesse delle nuove generazioni social per un argomento non proprio comprensibile a tutti come la fisica quantistica.

Ma la vera rivoluzione è anche politica perché i promotori della pagina hanno lanciato una petizione al Movimento 5 Stelle, chiedendo che venga approfondita la ricerca degli esperimenti compiuti dallo scienziato siciliano in relazione alla antimateria assieme al suo allievo Rolando Pelizza. Questa scoperta potrebbe essere infatti la prima conferma scientifica degli esperimenti tenuti segreti fino ad oggi. Il mondo accademico continua ad interrogarsi sulle teorie di un personaggio geniale che non ha avuto pari e che lo stesso Enrico Fermi ammirava e invidiava per intelletto e capacità matematiche. Non ci resta che attendere nuove conferme dal mondo scientifico sperando di non dover attendere altri 80 anni per scoprire che ancora una volta Ettore Majorana aveva ragione.