Non avere la necessità di cambiare le pile per un ventennio. È quanto promette l'invenzione di Gianni Lisini, 40enne ingegnere elettronico di Voghera e ricercatore presso l'Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia che ha brevettato l'accumulatore ibrido, una sorta di pila eterna. "Ho pensato di inventare un oggetto che risolvesse il problema di dovere sostituire le Batterie", ha raccontato l'ingegnere a "Il Giorno", che allo Iuss si occupa di astrofisica.

Lisini ha spiegato di aver realizzato da solo il progetto e di averlo brevettato a sue spese.

Si tratta di pratiche burocratiche piuttosto costose che richiedono la redazione di un testo da parte di un esperto del settore e alcune tasse per depositare il brevetto. Ha presentato il progetto tre anni fa, e dopo un anno gli è stato riconosciuto il fatto che si trattasse di una tecnologia non ancora nota. In seguito ha esteso il brevetto all'Europa e agli Usa.

La presentazione dell'accumulatore ibrido

L'invenzione dell'ingegnere è stata presentata in occasione del Jotto Fair di Pisa, circostanza che gli ha permesso di stabilire contatti con alcuni imprenditori a cui ha illustrato il funzionamento della rivoluzionaria tecnologia. "Si tratta di una batteria dotata di un accumulatore chimico e di un 'supercapacitore', ovvero un condensatore che ha la capacità di accumulare fino a 5.000 Farad - unità di misura della capacità elettrica - che rispetto alle attuali batterie ha il vantaggio di avere un numero enorme di possibilità di cariche e scariche".

L'invenzione di Lisini è utile per unire queste due tecnologie, in modo da trarre vantaggi da entrambe. Sono stati realizzati anche dei prototipi, e alcune società li stanno testando.

I campi d'impiego potrebbero essere numerosi

Lisini attualmente sta progettando una centralina meteorologica che impieghi la sua "super batteria", ma gli utilizzi possibili sono numerosi.

L'ingegnere ipotizza che la sua invenzione potrebbe essere impiegata nel trasporto pubblico: "una batteria con questa tecnologia può durare quindici o venti anni, e anche se il costo iniziale è più alto, può essere ammortizzato perché non c'è l'esigenza di sostituirla e di smaltirla".

L'invenzione ha attirato anche l'interesse di una società, spin-off universitaria, che ha preso in carico il progetto e si occupa di interloquire con le aziende. "Lavorando da solo è molto difficile riuscire ad essere ascoltato", conclude l'ingegnere.