La cibernetica è un ramo scientifico sempre più conosciuto e in continuo avanzamento. Proprio in questi giorni, negli Stati Uniti, l'Università di Yale ha presentato il risultato della sua ultima ricerca, ovvero una sorta di pelle robotica che riesce a trasformare dei semplici oggetti in automi, conferendogli la possibilità di effettuare dei movimenti.

Lo studio statunitense è stato illustrato da un articolo pubblicato sulla rivista specializzata "Science Robotics".

Il funzionamento della pelle robotica

La pelle robotica è costituita da una serie di fogli elastici sottilissimi, integrati da sensori e attuatori che permettono di mutare le caratteristiche di alcuni oggetti.

Infatti, come spiegato dagli scienziati, la nuova tecnologia funziona al meglio su prodotti deformabili come peluche o tubi di gomma, perché in questi casi il dispositivo aderisce al meglio sulla superficie, consentendo all'oggetto di compiere una serie di azioni basate anche sulle sue peculiarità.

Dunque, è possibile ricorrere alla pelle tecnologica per far camminare o far afferrare qualcosa ad un determinato manufatto. Ad esempio, utilizzando un tubo metallico, controllandolo a distanza si riesce a fargli compiere una serie di funzioni meccaniche prestabilite, quali lo slittamento su un piano o la rotazione e flessione. Naturalmente, i responsabili della ricerca hanno sottolineato come la sperimentazione non si sia affatto fermata, e come sia necessario proseguire negli esperimenti per fare in modo che la nuova tecnologia possa essere applicata ad oggetti sempre più complessi, per favorire ad esempio l'esplorazione dello spazio.

Le prospettive della creazione di oggetti-robot

Al momento, la pelle robotica è stata sperimentata su oggetti semplici e di facili utilizzo quali giocattoli, peluche, o piccoli prodotti in gomma. Tuttavia, i ricercatori di Yale puntano a migliorare ulteriormente la loro invenzione, per far sì che possa tornare utile agli astronauti nelle loro missioni.

Proprio per raggiungere quest'obiettivo, lo studio scientifico-tecnologico è stato coadiuvato dalla Nasa, che vorrebbe riuscire a mettere a punto un rover soffice che possa esplorare la superficie di Marte.

Secondo Rebecca Kramer-Bottiglio, che ha guidato la ricerca, ad oggi se applicata in più strati, la pelle tecnologica riesce a far compiere agli oggetti anche diversi momenti complessi.

E proprio lo sviluppo della multifunzionalità del dispositivo rappresenta la chiave principale per avere una tecnologia adatta alle missioni nello spazio, dove le condizioni ambientali sono sempre imprevedibili.