Un nuovo studio del dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa, condotto da Paolo Rognini e pubblicato sulla rivista scientifica "Biological Theory", sostiene che l'evoluzione della specie umana potrebbe sfociare in una sorta di auto-estinzione.

Tenendo conto dei risultati della ricerca, alcuni comportamenti umani sarebbero ancora legati a delle reminiscenze ataviche e di natura predatoria fondamentali per la sopravvivenza in tempi lontani come il Paleolitico, ma del tutto inappropriati e deleteri nel presente. Gli uomini, ad esempio, in origine avevano pochi mezzi a disposizione per procurarsi il necessario per sopravvivere, e per questo motivo si è generato in essi un forte istinto predatorio.

Oggi, invece, i residui di questi atteggiamenti arcaici risulterebbero inadatti all'Ambiente che circonda l'umanità, che appare sempre più tesa a sfruttare in maniera eccessiva le risorse del pianeta, rischiando di portarlo al collasso definitivo.

Gli esempi del passato

Del resto, la storia dimostra come ci siano già stati degli esempi di auto-estinzione di intere comunità in seguito ad un sovrasfruttamento delle risorse e ad una crescita incontrollata della popolazione. Questi fattori, in passato, hanno portato all'estinzione degli abitanti dell'isola di Pasqua, ma anche dei norvegesi della Groenlandia e degli Anasazi del Nord America.

Gli studi di Konrad Zacharias Lorenz

Paolo Rognini ha ricordato che già Konrad Zacharias Lorenz, zoologo, etologo e premio Nobel per la medicina e la fisiologia nel 1973, intorno agli anni '70 sostenne che alcuni atteggiamenti innati nell'uomo derivassero da moduli adattivi del passato.

Lo studioso austriaco giunse a questa conclusione dopo aver comparato agli esseri umani una serie di ricerche sui comportamenti degli animali.

Secondo il premio Nobel, l'azione o il comportamento istintivo possono emergere anche in assenza di uno stimolo esterno, come se l'animale fosse spinto da un impulso interno. Questa teoria sarebbe applicabile anche agli uomini.

Ad esempio, la fobia di serpenti e ragni, o paure irrazionali legate all'infanzia, potrebbero essere reminiscenze di comportamenti adattivi del passato.

È necessario modificare la nostra cultura

Il ricercatore Rognini ha affermato che l'uomo può evitare l'auto-estinzione solo con un profondo cambiamento culturale che trasformi il suo modo di stare a contatto con l'ambiente che lo circonda, profondamente mutato rispetto al passato.

Ad esempio, è necessario che si prenda piena coscienza che non esiste alcuna "inesauribilità delle risorse", e soprattutto che l'espansione senza limiti della specie è un falso mito. Solo in questo modo, riadattando e aggiornando i comportamenti agli input provenienti dall'ambiente, si potrebbe riuscire ad evitare la sparizione della specie umana.