Nella conferenza annuale dedicata agli sviluppatori, Tim Cook, fa una di quelle rivelazioni che sembrano lasciare una specie di segno indelebile. Dopo 18 anni di onorata attività, anche per Itunes è giunta l’ora di un meritato riposo. L’aria di cambiamento che tira a Cupertino porterà l’azienda Apple a puntare su altri servizi, che prenderanno il posto dell’ormai anziano Itunes. Sembrerebbe che il prodotto centrale della Apple, non sarà più neanche l’iPhone, ma in diverse presentazioni sono state mostrate le novità che riguarderanno l’azienda di Cupertino nel prossimo futuro.

Ci saranno nuovi Apple Wacth, legati sempre meno agli smartphone e modernissimi iPad, che entreranno in competizione con i comuni laptop. Inoltre ci saranno anche ulteriori sviluppi per quanto riguarda la realtà aumentata.

La storia prima di iTunes e come stava cambiando lo scambio musicale

Due giovani menti geniali, Shawn Fanning e Sean Parker, nell’estate del 1999 idearono una piattaforma di scambio di file-audio, destinata a rimanere nella storia. All’inizio molti dei suoi sostenitori la presero come un sistema peer-to-peer legale, che facilitasse lo sharing di file-audio. La piattaforma si chiamava Napster ed ebbe la pretesa di far scaricare file-audio gratuitamente a chiunque avesse una connessione ad internet.

Il colpo fu tremendo, per tutti i colossi dell’industria musicale, perché milioni di persone, ormai, pretendevano che la musica si potesse ottenere gratis. A rimetterci, ovviamente, c’erano i cantanti, gli autori e tutti quegli artisti che ruotavano intorno all’uscita di un disco, che poi erano i cd.

A bloccare tutto questo ci pensò una sentenza di un giudice che ordinò di chiudere i server di Napster a causa delle violazioni dei copyright.

Non fu facile da recepire per i sostenitori di Napster, che ormai si attrezzavano nel ricercare altri software simili di scambio di file-audio, come winmx, emule, kaza o bitTorrent.

Entra in scena il memorabile Steve Jobs

In questo scenario di sharing fuori ogni controllo sale sul palco il rivoluzionario Steve Jobs. In uno dei suoi indimenticabili discorsi in promozione di una sua nuova creatura, presentò iTunes.

iTunes, sembrava perfetto per integrarsi all'iPod, nuova tecnologia che già aveva preso il posto dell'ormai vecchio walkman, innovando un'era musicale. Per tutti coloro che amavano scambiare file audio e volevano allo stesso tempo non violare nessuna norma, ma pagare il giusto compenso per i copyright, arrivava iTunes. Bastava pagare 99 centesimi per avere per sempre il proprio brano preferito.

E così nacque iTunes con 200 mila canzoni pronte per lo sharing. Oggi ne ha 40 milioni e più di 100 mila serie tv. Non abbastanza per non essere lasciato da parte. Ma oggi a segnare il nuovo ci sono gli streaming, gli abbonamenti a Spotify. Per iTunes sembra non esserci più posto, ma Apple che sicuramente gli deve molto, lo lascia per far spazio a una futura innovazione, che dopo Jobs forse è rimasta un po’ in attesa.