Cosa è stato rilevato
Il 14 Settembre del 2020 un team di astronomi dell’Università di Cardiff ha scoperto tracce di fosfina nell’atmosfera di Venere. Si tratta di una rivelazione inaspettata e sorprendente: la fosfina infatti è associata ad attività biologiche di alcuni microrganismi. La recente scoperta, mette in luce la possibilità di trovare forme di vita anche su Venere.
Venere: la prima luce della sera
Partendo dal Sole, Venere è il secondo pianeta che si incontra nel Sistema Solare. Dopo il Sole e la Luna è il terzo corpo celeste più luminoso nei nostri cieli: riflette il 70% della luce solare e appare quindi luminoso come una stella.
È la prima luce che si vede quando arriva la sera, presso l'orizzonte. In termini di grandezza è simile alla Terra, tuttavia è inabitabile e poco ospitale: la sua atmosfera è composta per la maggior parte da sostanze nocive, tra cui l’acido solforico. Proprio per questo è sempre stato difficile ipotizzare la presenza di forme di vita nel pianeta.
Le ipotesi
L’individuazione della fosfina è stata effettuata grazie alle rilevazioni del James Clerk Maxwell Telescope, alle Hawaii, e delle antenne Alma dell’Osservatorio Europeo Meridionale. Sulla base dei dati gli astronomi dell'Università di Cardiff hanno avanzato due ipotesi, pubblicate sulla rivista Nature Academy: la prima attribuisce la presenza di fosfina ad attività geologiche o processi chimici di varia natura, mentre la seconda appunto sostiene l’esistenza di batteri responsabili dell’emissione del gas.
Ma che cos'è la fosfina? Si tratta di un gas incolore e tossico, identificata per la prima volta nel 1789 dal chimico Antoine-Laurent de Lavoisier, che la riconobbe come un composto di idrogeno e fosforo. Sulla Terra la fosfina viene prodotta nelle industrie ed utilizzata nell’agricoltura per eliminare i parassiti. Anche alcuni esemplari di batteri anaerobici producono fosfina come sostanza di scarto.
Per cui la sua presenza su Venere potrebbe indicare l'esistenza di tali microrganismi nell'atmosfera.
I dubbi e le incertezze
Sorgono però alcune perplessità riguardo a questa scoperta: se la presenza di batteri dovesse essere confermata bisognerebbe stabilire quale tipo di batteri sia in grado di resistere ad un’atmosfera così tossica e velenosa.
Inoltre è necessario stabilire se possa esserci qualche tipo di attività inorganica sconosciuta (processi chimici, vulcani ecc) che si verifica su Venere. Dunque c’è ancora tanto lavoro da fare e tante variabili da considerare. Bisogna essere cauti. Niente è stato ancora confermato e le due ipotesi per ora sono valide allo stesso modo e solo osservazioni più precise ci diranno quale delle due sia quella giusta. Intanto continuano le osservazioni anche su altri pianeti, come Marte, da tempo obiettivo primario della ricerca di vita extraterrestre. L'eventuale conferma della presenza di forme di vita al di fuori della Terra costituirebbe un primo passo per rilanciare tutti i progetti che hanno come finalità proprio questo scopo. Per il momento si può solo aspettare.