Giusto un anno fa il Fiorello nazionale in tv avevaincollato come di consuetudine milioni di italiani, che il Fiorello serale, oneman show, solo contro tutti, proprio non se lo possono perdere. Applausi; un Fiorello effettivamente in gran forma, erotocalchi dappertutto a celebrare l'ennesima prodezza dell'artista siciliano.

Una piccola riflessione però era stata fatta, un po' come a sfiorarel'argomento caldo degli ultimi tempi in materia di mass media: la tv hanecessariamente bisogno di un fenomeno come Fiorello in prima serata?

La risposta è ovvia, e si chiama share, ma la risposta al dilà di meri calcoli mediatici è ancora più complessa, nel senso, al di là delpotere mediatico di un canale, della bravura di un conduttore, delle prodezzedi una trasmissione, è il sistema televisivo in crisi totale, d'identità, diidee, un appannamento che ha fornito un assist incredibile al web.

Web chetanto libero e innovativo forse non lo è più, che spesso e volentieri nella suatipica innovazione ha dimostrato peccati importanti di copiatura di un certostile televisivo nel suo modo di creare format, nuovi media, e non solo, webche purtroppo imbrigliato sempre più dai big dell'industria digitale, Google sututti, è alla stregua di una fruizione da parte dell'utente più immediata edinamica talvolta più che qualitativa di un prodotto.

Sta di fatto, che finché Web e Tv non si mettono d'accordo,magari in futuro, a mio avviso condizione altamente probabile, trovando cosìun'unione definitiva grazie alla digitalizzazione ormai conclusa della tv,tutto ciò che si basa sul passato in termini di media è destinato a perirenell'immediato.

Le domande così sono opportune, e parliamo non di informazione,bensì semplicemente di intrattenimento: la radio intrattiene ancora quando siguida in macchina soli e soletti in mezzo al traffico? Sedersi comodi di fronteal televisore è ancora interessante? Preferiamo interagire con programmi e fiction, via internet che ci permettono dunquedi partecipare attivamente al prodotto?

Cercare di tracciare un vero ordine e un concetto di forma estile alla faccenda è davvero arduo, ci dobbiamoaccontentare di notare, e dunque di saper capire che l'intrattenimento cambia; come cambi e perché è un altro paio dimaniche. Ci deve far notare questa piccola riflessione che forse tra qualchemese potremmo seguire Fiorello su mobile in autobus, tutti insieme,disperatamente incollati al dispositivo, come se fosse una discoteca muta, eritrovarci magari con un tasto da qualche parte, inserito in qualche stranodisplay in cui potremmo indicare a Fiorello stesso come muoversi, come alzarele mani, se farci mandare una pizza sempre in autobus, se poter partecipare adun televoto digitale e dunque morire anche per finta giusto per un paio diminuti, per divertimento, perché no?

Ci deve interessare in assoluto che dobbiamo smettere divoler dare una definizione ad un periodo, ad un avvenimento che si palesa da sénelle sue forme; l'intrattenimentocambia e speriamo che Fiorello resti uguale, promettendo noi pubblico, dinon diventare però, troppo virtuale.