Troppo rumore per nulla, direbbe il grande Bardo. Dopo ore di paura tra i sudditi britannici per la regina Elisabetta II ricoverata in ospedale, l'anziana governante è stata dimessa. L'ottuagenaria sovrana era stata colpita da un malore e ricoverata in ospedale: i sintomi erano quelli della gastroenterite, una malattia sicuramente lieve per una giovane donna, ma che si può rivelare fatale per una persona anziana, soprattutto per la disidratazione che comporta, anche se tutto il mondo conosce la fibra della regina e sa quanto questa sia forte. Era dal 2003 che la regina non veniva ricoverata e allora fu per un'operazione al ginocchio.

La notizia del malore della regina è stata diffusa da un comunicato di Buckingham Palace e poi rimbalzato in Italia dall'Ansa.

L'allerta è subito scemato, sembra che la regina sia stata immediatamente fuori pericolo. Inizialmente si era parlato di una degenza di due giorni presso il nosocomio King Edward VII, lo stesso che ospitò la duchessa Kate Middleton durante i malori dell'inizio di gravidanza. L'ospedale gode infatti di ottima fiducia da parte dei regnanti britannici, nonostante il problema non da poco della fuga di notizie avvenuta durante la degenza di Kate. La fuga di notizie fece scalpore qualche mese fa anche per via del suicidio dell'infermiera che, ingannata dallo scherzo di due radiofonici, diede notizia delle condizioni della duchessa. 

La regina Elisabetta ha fatto la sua uscita trionfale dal nosocomio: di rosso vestita e sorridente, ha voluto ringraziare personalmente lo staff dell'ospedale, per poi allontanarsi con l'auto reale senza nessun membro della sua famiglia al seguito. 

Intanto, sua maestà britannica ha dovuto cancellare tutti i suoi impegni nell'immediato futuro.

Il 7 marzo avrebbe anche dovuto recarsi in Italia: l'incontro era previsto al Quirinale e la sovrana avrebbe dovuto vedere il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che si è detto rammaricato per l'accaduto e ha inviato a Elisabetta II i suoi ringraziamenti e un augurio di pronta guarigione.