L'8 marzo le donne festeggiano la giornata a loro dedicata evengono omaggiate con il fiore divenuto simbolo di questa festa, la mimosa.
L'Europa ha ereditato dagli Stati Uniti questo rituale.Nell'oltreoceano questo evento viene festeggiato dal 1909.
Infatti il giorno 8 marzo del 1908 a New York le operaiedell'industria tessile Cotton avevano messo in atto uno sciopero per protestarecontro i più bassi livelli di salario percepiti, soprattutto se confrontati coni dipendenti di sesso maschile, e contro le condizioni di lavoro. La protesta,durata per diversi giorni, finisce in disgrazia con un incendio scoppiatoall'interno dello stabilimento dove erano presenti 129 donne.
Nessuna di questedonne si è salvata. Rosa Luxemburg, militante del partito comunista, ha volutoin seguito mantenere quella data per ricordare l'accaduto e celebrare laprotesta femminile sfociata in tragedia a New York.
In Italia i festeggiamenti hanno inizio nel 1922 periniziativa del partito comunista.
Ogni anno questa festa rappresenta il simbolo delleconquiste e dei diritti acquisiti dalle donne, ma anche occasione per nondimenticare i soprusi, le violenze e le ingiustizie che ancora si consumano neiconfronti di moltissime donne, in vari paesi del mondo.
La festa della donna è ora occasione per parlare difemminicidio, di violenza che spesso si consuma all'interno delle mura di casae vede protagonisti i mariti, i fidanzati, i padri e i parenti di sessomaschile.
Nel 2012 sono state 124 le donne uccise nel nostro paese.
Dal 2005 i delitti sono ben 901. Nella maggior parte deicasi la violenza si consuma al nord del Paese, proprio dove le donne appaionopiù autonome e indipendenti. E nel 40% dei casi, stando ai dati del 2012, levittime avevano denunciato violenze e maltrattamenti, prima di venire uccise.
Un dato che fa riflettere e che impone l'attenzione sullaprevenzione e la necessità di fare della protezione nel caso di situazioni arischio, la prima arma con cui contrastare il femminicidio.
Per quanto riguarda invece il lavoro la donna oggi è moltopresente anche se nella maggior parte dei casi non ha incarichi di potere.
Infatti solo il 10,2% di donne fa parte dei consiglid'amministrazione delle società quotate nei 27 paesi dell'Unione europea,mentre il 97,6% dei presidenti delle direzioni sono uomini.
Le donne sono più inserite nei paesi con quote rosa imposteper legge.
In Italia, dopo la legge del luglio 2011, la presenza didonne nei ruoli cruciali lavorativi è quasi raddoppiata in 12 mesi passando dal5,6% dell'ottobre 2011 all'11,0% dell'ottobre 2012.