Si è conclusa con un proscioglimento la vicenda giudiziaria che ha visto contrapposte Milly Carlucci e Barbara D'Urso. La conduttrice di Ballando con le stelle, show del sabato sera di Rai1, era stata querelata per diffamazione in merito ad alcune dichiarazioni sul programma televisivo Baila, ma secondo il gip di Roma Tiziana Coccoluto non è colpevole del reato: il giudice ha infatti accolto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura.

Il procedimento giudiziario è nato dopo che la Carlucci aveva paragonato Baila alle "borse false" e alle "patacche di orologi": la considerazione della conduttrice era arrivata dopo una sentenza civile che riconosceva nel talent show di Canale5 un plagio del suo programma Ballando con le stelle.

Il format condotto dalla D'Urso, con concorrenti vip impegnati in gare di ballo, era stato considerato troppo simile al programmma di punta di Rai1 in seguito alla denuncia della Carlucci.

A sua volta, la conduttrice era stata accusata di diffamazione da Barbara D'Urso e da Rti, ma il giudice ha stabilito che fosse prosciolta. Queste le motivazioni della sentenza: "Nel tentativo di tradurre in termini di uso comune il concetto giuridico di plagio contraffattorio Milly Carlucci ha utilizzato una similitudine acquisita dalla vita quotidiana, paragonando il prodotto plagiante alle 'patacche, borse false, orologi', cose che sono fatte ad Hong Kong, con ciò limitandosi a tradurre in linguaggio di immediata percezione una circostanza analizzata con precisione dall'ordinanza cautelare, di cui peraltro aveva letto alcuni passaggi testuali poco prima".

Secondo il gip, la Carlucci non ha fatto altro che avvalersi del "diritto di informazione prima e di critica poi" nell'esprimere un giudizio sul programma di Canale 5, peraltro basato su un'ordinanza della magistratura che aveva stabilito proprio il plagio di Baila nei confronti di Ballando con le stelle. Per questo le frasi della Carlucci non possono essere considerate lesive dell'onore e della reputazione nei confronti della D'Urso e di Rti. Si mette così la parola fine all'ultimo strascico giudiziario di una vicenda che dalla tv è passata alle aule giudiziarie.