Benché lo scorso 24 Febbraio, a Los Angeles, la statuetta più ambita, quella di miglior film, sia andata ad "Argo", il buon film socio-politico di Ben Affleck, è stato "Vita di Pi" a riscuotere più statuette, ovvero quattro, tra cui Miglior regia per Ang Lee. Dati i buonissimi consensi di critica e gli ottimi incassi, che anche sul Dvd si fanno sentire, e dopo una soddisfatta e personale visione della pellicola, mi sento di incoronarlo come Miglior Film tra quelli in gara. Ovvio, non conterà quanto la statuetta in "carne e oro" ma...
Vita di Pi è la storia di un indiano, Pi appunto, che racconta per primo ad uno scrittore, soffermandosi in particolare sul punto focale della storia, la sua disavventura in mare aperto, quando da giovane con la sua famiglia e l'intero zoo del padre, partì per il Canada, trovandosi nel bel mezzo di un naufragio.
Salvatosi su una scialuppa, si ritroverà a condividere la sopravvivenza nell'Oceano con una tigre del suo stesso zoo! Meraviglioso affresco epico-marinaro, in cui Ang Lee sciorina tutta la sua leggiadria narrativa e la magniloquenza visiva, coadiuvato da un'eccellente CGI che fa coesistere burrasche, animali feroci e umani, tutte nella stessa scena.
L'opera è un'acuta riflessione sulla forza del racconto (che a fine film assume toni da lezione sulla forza dell'affabulazione e la mistificazione/mercificazione del racconto stesso), sull'uomo con e contro la natura, sulla e sulle religioni, con la capacità di mescolare il fascino esotico-zen dell'India e l'epopea tutta hollywoodiana. Uno spettacolo quantomai coinvolgente, con temi universali, piacevolissimo nelle circa due ore di durata, ben figurerà anche in una magnifica versione Blu-Ray sul divano di casa vostra.
Metà film, in mare aperto con un ragazzo ed una tigre, è di per sè un evento cinematografico. E allora il vincitore morale degli Oscar 2013 non può che essere questo eccezionale racconto adatto a tutti.