Sabato 5 luglio tornano i saldi e gli italiani, a quanto pare, si preparano a spendere per rinnovare il loro guardaroba. In barba alla costante mancanza di liquidi tanto sbandierata sui media, infatti, gli operatori del settore si attendono un valore di spesa complessivo non inferiore ai 3,7 miliardi di euro. Certamente una bella cifra, non c'è che dire. Sempre secondo le previsioni delle varie confederazioni di esercenti, ogni famiglia italiana spenderà in media 237 euro nell'acquisto di abiti e calzature in saldo.
Confcommercio va addirittura oltre, augurandosi che la spesa procapite raggiunga i 100 euro.
Un barlume di speranza in più giunge anche (e addirittura) dai famosi 80 euro di bonus erogati dal governo Renzi. Renato Borghi, presidente della Federazione Moda Italia, si augura proprio questo, ovvero "che i 10 milioni di italiani che hanno ricevuto il bonus fiscale contribuiscano a una risalita dei consumi nel settore della moda", soprattutto in occasione dei saldi estivi.
In Molise, Basilicata e Campania i tagli ai prezzi sono cominciati già da qualche giorno, ma per valutare in maniera più precisa l'impatto di questa nuova ondata di saldi sul mercato del Belpaese, gli analisti attendono l'inizio dei ribassi nella totalità delle regioni. I settori nei quali l'attesa e le speranze sono maggiori risultano essere sempre gli stessi: dai vestiti alle scarpe, passando per gli accessori e l'arredamento degli interni.
Un mercato, quest'ultimo, la cui crescita appare ogni volta più costante, indipendentemente dalla pesante crisi economica dell'Occidente.
In occasione dell'inizio della stagione dei saldi, Confcommercio ha reso note le sue linee guida per un affare sicuro e soprattutto reale. Gli esercenti, per esempio, sono obbligati a esporre bene in vista il prezzo regolare, la percentuale di sconto e il prezzo finale, quello di saldo.
E poi c'è la possibilità di restituire i capi difettati entro due mesi dalla data di acquisto, oltre alla necessaria stagionalità di un prodotto ai fini del suo inserimento nei saldi: si possono vendere a prezzo ridotto anche capi di stagioni diverse, ma devono essere presenti anche articoli a carattere "stagionale" e per questo ancora in voga.