Su Facebook, in occasione delle feste natalizie (come succede in ogni altra ricorrenza o evento) video, link e post sul tema hanno invaso le proprie e altrui bacheche; a breve, sui social network saremo sommersi da una valanga di brindisi virtuali per il 2016, condivideremo auguri, abbracci, parole a effetto (sentite o meno) ma anche i buoni propositi per il nuovo anno. Tantissimi altri invece stanno salutando amici e 'amici degli amici', annunciando così il loro intento di 'staccare' la spina: in poche parole, non si collegherannoneanche un minuto in questi giorni festivi in cui famiglia e riposo hanno la precedenza.

Alcuni più drastici hanno addirittura disattivato l’account

Un gesto che fa riflettere e riguarda tutti, personaggi noti o persone comuni.Forse perchè gestire e aggiornare la propria presenza su Facebook, in alcuni casi è diventato un impegnopari a molti altri nella nostra vita quotidiana; anzi, diciamo pure una vera e propria dipendenza. Chi se ne rende conto cerca di fare marcia indietro, soprattutto in un periodo come questo legato tradizionalmente aibuoni propositi: per esempio smettere di fumare, iniziare una dieta 'seria' oppure rompere un legame ormai esaurito. Ma non è così semplice. Infatti, in uno studio recentedella Cornell University di Ithaca, negli Stati Uniti, sono state messe in evidenza le ragioni principali per le quali 'fare una pausa da Facebook', in molti casi potrebbe diventare una vera battaglia contro se stessi: i risultati sono emersi dalla campagna 99 Days of Freedom, lanciata l'anno scorso per spingere gli utenti a disertare per tre mesi i social network.

Ai partecipanti che hanno resistito 33, 66 e 99 giorni è stato spedito un questionario, in modo da approfondire e comprendere le ragioni per cui si sono arresi prima del traguardo. Il primo punto che fa riflettere è il grado didipendenza percepita, quando ci rendiamo conto di non poterne praticamente fare a meno.

Per molti iscritti Facebook è diventata un'abitudine quotidiana

Appena messi i piedi giù dal letto, il gesto di pigiare il tasto di accensione del pc per 'sbirciare' il proprio profilo, conteggiare le notifiche o leggere i messaggi arriva prima del caffè, invade ogni attimo libero giornaliero, si intrufola con il suo carico di likeanche nei momenti più intimi.

Ormai è parte della nostraroutine. Quando si arriva a questo punto, sarebbe meglio darsi un drastico limite diminuendo il tempo dedicato al controllo del proprio status, meglio ancora disinstallare l’app da tablet e smartphone.Il secondo aspetto è il 'sistema' dell’intero funzionamento della notissima piattaforma: anche se lo neghiamo, ciò che pensano gli altri di noi ci interessa, eccome! Chi, insomma, dà molto valore all'impressione suscitata sugli altri attraverso post, link e commenti è più soggetto a un ritorno.Il terzo motivo è lo stato d'animo, prevalentemente triste o addirittura disperato: se siamofelici pensiamo a ben altro, desideriamo stare con chi amiamo, siamo pieni di voglia di fare e usciamo molto più da casa.

La quarta e ultima importante ragione è che, invece che su internet, molti vi cercano notizie, mantengono i contatti con gli amici e condividono di tutto: semplici azioni che potremmo svolgere anche su piattaforme diverse, conoscere forse nuovi 'followers', ma che Facebook mette tutte insieme. A esse fra poco si aggiungeranno realtà virtuale, acquisti, giochi e micropagamenti, difficile dunque abbandonare un social network così invasivo; forse potrebbe essere utile iscriversi altrove, ma il rischio di acquisire una nuova dipendenza è alto. Meglio fare uno sforzo di volontà, dedicare più tempo alla vita reale, uscire spesso, riabituarsi pian piano ad assaporare odori, sapori, rumori e colori della vita esterna. Tutte cose che il mondo digitale non potrà mai offrire, se non sotto forma di pallido surrogato.