Per chi non è senese, non è semplice comprendere le dinamiche che animano il Palio. I più - turisti e forestieri - lo associano ad una frenetica e spettacolare manifestazione, quasi folkloristica, da vedere dal vivo almeno una volta.Per Sienae per i senesi "doc", nulla è più distante da questa interpretazione.Perché Siena è il Palio, ovvero un senso di appartenenza che si rinnova ogni anno, da tramandare di generazione in generazione.

Sono ben17 le contradenel comune toscano: una città che sembrerebbe "spaccata", perché ogni contrada è come se vivesse di vita autonoma.Ma per i senesi, l'appartenenza diventa la ragione stessa della vita comune: tra i contradaioli, il senso di condivisione diventa uno stile ed unun vero e proprio modo di essere.

Girando per la città, anche in tempi non sospetti e lontani dalle date fatidiche del Palio, capita di imbattersi nei "tamburini"che rullano incessantemente, accompagnando gli sbandieratoriche provano e riprovano la coreografia appositamente studiata per il Palio.

Per le vie, segnali inequivocabili di "appartenenza" nei simboli e nelle targhe che ti dicono - prima ancora del nome della strada che stai percorrendo - in quale contrada ti trovi.

Le canzoni di contrada ancor prima delle parole

I bambini ascoltano rapiti i racconti degli anziani, che spesso rievocano episodi accaduti nelle passate edizioni del Palio: una memoria vigile di vita sociale, tramandata per tenere viva la storia della città.

Perché di storia si tratta.

E poi i giochidi cui un bambino di qualsiasi città non immagina neppure l'esistenza, come quello con i Barberi, sfere di legno con i colori delle contrade. Ed è così che nascono le prime sfide, la voglia di primeggiare e portare in alto i propri colori. L'anima del Palio, insomma.

Qualche pedagogo potrebbe inorridire ma i più piccoli, prima ancora delle parole compiute, a Siena imparano le canzoni di contrada, come fossero nenie.Un viscerale attaccamento alla tradizione che non è costruito ad arte per catturare l'attenzione dei turisti, ma genuino e ostentato con orgoglio tra le vie che spesso ospitano i cenini, un'occasione per stare insieme con i "fratelli" e le "sorelle" della contrada ed anche un modo di far vivere la città tutta.

Chi ha assistito a questa manifestazione potrebbe definirla sanguigna e passionale, ed in effetti lo è. Ma che dire della compostezza, dell'eleganza e della leggiadria che animano il corteo storico?Una storia dentro la storia: il corteo - cadenzato dal ritmo del campanone della Torre del Mangia - riporta in vita ifasti di un lontano ieri.

È il tempo che si ferma, sono i senesi che accolgono il proprio passatoe tornano a farlo vivere di vita propria. Èl'attesa silenziosa ed attenta, che carica di adrenalina, in attesa della sfida.

Il 2 luglio ha vinto la Lupa. Ora tutti aspettano di vedere chi sarà a trionfare nel Palio dell'Assunta.