È in arrivo la quarta edizione della Levi’s Pride Collection. Una capsule ispirata dallo slogan «Fight Stigma»: parole che sottolineano l’impegno dello storico brand americano per la tutela dei diritti LGBTQ e che caratterizzano ogni capo in offerta, fra cui t-shirt, gilet da camionista, jeans, cappellini da baseball e bandana.

Fight Stigma

«Combattere lo stigma a qualsiasi livello è fondamentale. Ed è nostra responsabilità affrontare le questioni scottanti di petto», ha dichiarato Grant Barth, direttore marketing per Levi’s a WWD. «La nostra azienda crede nei diritti fondamentali dell’uomo: vogliamo dare a tutti una voce e comportarci correttamente».

Levi’s ha una lunga storia di sostegno a favore della comunità LGBTQ: nel 1982, l'allora amministratore delegato Robert Haas si è unito ai dipendenti distribuendo per la prima volta opuscoli informativi sull’AIDS. Nello stesso anno, la Fondazione Levi Strauss divenne la prima donatrice aziendale a sovvenzionare una clinica per la ricerca sull’HIV. Fino ad oggi l’etichetta americana ha contribuito versando oltre 65 milioni di euro in più di 40 nazioni, garantendo sovvenzioni essenziali alle organizzazioni che lottano contro l’AIDS.

La Pride Collection 2017 verrà svelata questo mese in Australia, il prossimo marzo e aprile in Asia, mentre in America e Europa la capsule farà la sua comparsa alla fine di maggio: giusto in tempo per le Pride Parade.

Tutti i pezzi della gamma saranno disponibili presso il sito ufficiale levi's e in punti vendita selezionati a partire da maggio: le camice in collezione rispettano taglie gender neutral, invece le giacche sono disponibili in taglie dalla XS alla XXL e per i pantaloni il girovita in stock è dalla 24 alla 36. Una parte del ricavato andrà a beneficio della Fondazione Milk Harvey e Stonewall Community Foundation.

#fight

WWD riporta che Levi’s, oltre a sostenere i diritti della comunità LGBTQ, si è unita ad una miriade di aziende della Silicon Valley — fra cui Warby Parker, Apple, Facebook, Google e eBay —, che si oppongono all’ordine esecutivo emanato dal Presidente Trump, documento che vieta l’ingresso in negli Stati Uniti d'America ai cittadini provenienti da sette nazioni musulmane.

«Aiuteremo i vostri colleghi, le loro famiglie e offriremo supporto a qualsiasi membro dell’azienda direttamente coinvolto dall’ordine esecutivo», ha scritto l’amministratore delegato di Levi’s Chip Bergh in una lettera indirizzata ai dipendenti, sottolineando che il fondatore stesso dell’azienda era un immigrato.