La violenza sulle donne continua a rappresentare un'emergenza nel nostro Paese: nel 2016 sono stati commessi 108 femminicidi, 11.400 atti persecutori, 3 mila violenze sessuali, 13 mila le denunce per percosse. Numeri altissimi, ma ancora molto bassi rispetto alla realtà, alla quale sfugge tutto quel mondo sommerso dalla paura che ancora troppo spesso impedisce alle vittime di rivolgersi alle forze dell'ordine e alle cure dei sanitari.
Le iniziative per prevenire femminicidio e violenza
Oggi a Torino, alla vigilia dell'8 marzo, festa delle donne, associazioni e istituzioni hanno presentato le iniziative predisposte per cercare di sensibilizzare sul fenomeno, prevenirlo e, a mali estremi, tentare di attenuarne i devastanti effetti.
Tra queste, il "Protocollo Eva", messo a punto dalla Polizia per contrastare la violenza di genere; e il "Codice Rosa" che, deliberato dalla Giunta regionale del Piemonte, sarà attivato nei pronto soccorso degli ospedali per garantire alle vittime di violenza un'assistenza immediata e specializzata.
"Protocollo Eva", per intervenire in tempo
A presentare il "Protocollo Eva", il Prefetto Franco Gabrielli, Capo della Polizia, e Maurizio Vallone, direttore del Servizio Controllo del Territorio della Direzione Centrale Anticrimine. "Nel Protocollo - ha spiegato Gabrielli - sono codificate in linee guida le buone pratiche per la gestione degli interventi legati alla violenza di genere. Rivolte anche a chi si trova in Sala Operativa, e non solo agli equipaggi che operano sul campo, le procedure permettono agli operatori della polizia di sapere se si siano verificati in passato altri episodi di violenza e di tenere sotto controllo situazioni di disagio".
"E' stato creato un data-base a disposizione di tutte le forze dell'ordine - ha precisato Vallone - con i nomi degli aggressori e delle vittime, in modo che fin dal primo intervento delle volanti si riescano ad ottenere tutte le informazioni utili per attivare i provvedimenti di protezione della vittima. Inoltre abbiamo fornito ai nostri uomini un decalogo di operazioni e di pratiche, le migliori sul territorio, così da agire allo stesso modo da Cuneo ad Agrigento".
Attivo dallo scorso 20 gennaio, il Protocollo Eva è già stato applicato in 290 casi: in 52 l'aggressore era l'uomo, in 27 la donna, tutti con una età media di circa 39 anni.
"Codice Rosa" per un'adeguata assistenza e cure qualificate
Intanto, nel palazzo della Giunta regionale, gli assessori alla Sanità Antonio Saitta e alle Pari Opportunità Monica Cerutti illustravano il "Codice Rosa" appena approvato.
"Verrà aggiunto ai consueti codici di gravità, e sarà visibile solo agli operatori sanitari. Nei casi di violenza sessuale o domestica - hanno spiegato - farà scattare l'attivazione di una squadra di assistenza composta da ginecologa, pediatra, ostetrica, psicologa, assistente sociale e infermiera. Per tutte le prestazioni connesse alla presa in carico clinica e psicologica della vittima di violenza o di maltrattamento è inoltre prevista l'esenzione dal pagamento del ticket sanitario".