Sono ormai circa undici anni che La 7 nel palinsesto settimanale propone al suo pubblico L'Ispettore Barnaby. Si tratta di un ispettore di polizia dall'aspetto calmo e talvolta giocherellone, con una regolare moglie e una figlia aspirante attrice teatrale, che vive in un'insolita e immaginaria contea del Sud dell'Inghilterra, Midsomer. Infatti il titolo originario della serie scritta da Caroline Graham si intitola i delitti di Midsomer (Midsomer Murders). Per la verità all'apparenza non c'è nulla di insolito in questi paesini di campagna inglese che ancora sembrano procedere al passo lento dei cavalli, seguendo il ritmo della natura e delle stagioni.
Ma questa pace bucolica generalmente viene turbata da un atroce delitto - non il solito sparo o accoltellamento, nella maggior parte dei case le vittime vengono trovate in condizioni terribili, uccise in modi efferati, diabolici e fantasiosi. Ed ecco che scatta la ricerca del criminale.
Per la verità scatta è un verbo un po' azzardato: il nostro tranquillo ispettore insieme al suo fido aiutante (nelle varie puntate sono cambiati per via di promozioni e trasferimenti) inizia ad interrogare dapprima l' amico George, medico legale che non risparmia dettagli su come il malcapitato è morto, poi tutti coloro che gli stavano intorno. Praticamente l'intero villaggio considerando che l'ammontare della popolazione media non supera quasi mai i 500 abitanti.
Le indagini sono nella maggior parte dei casi avvincenti e paiono un pretesto per rivelare ben più di un assassino, ma manie, giochi di potere, astuzie e segreti che queste singolari province inglesi nascondono. Gli abitanti pacifici e benpensanti covano rancori o nutrono sogni spesso proibiti, vivono sessualità non sempre confessabili e passioni che è meglio nascondere in una provincia ancora puritana all'apparenza e che sembra seguire le regole vittoriane di rispettabilità.
Si potrebbe paragonare a Maigret, il personaggio di George Simenon che nel primo decennio del secolo scorso svelava le paure e le passioni delle città della provincia francese intorno a Parigi.
Nei suoi romanzi Caroline Graham si dilunga nella descrizioni dettagliate dei giardini, delle siepi ben tagliate, delle feste di paese, dei falliti tentativi della signora Barnaby - Joyce - di preparare un piatto degno di questo nome , delle case patronali incredibilmente grandi e immerse nel verde - da cui non ci stupirebbe veder apparire un fantasma. Invece non c'è nulla di soprannaturale: le emozioni, le passioni, le paure dei personaggi che le abitano sono estremamente umane, troppo umane.