Lisa è una giovane studentessa inviata dall'università ad aiutare Oriana Fallaci, il suo mito giornalistico, a fare ordine nei suoi archivi: già fin dalle prime scene della fiction "L'Oriana", su Rai Uno i prossimi 16 e 17 febbraio e dal 3 febbraio in anteprima (in una versione ridotta) al Cinema, incontriamo questa ragazza emozionata ed intimidita di fronte alla sorgente delle sue aspirazioni, l'oggetto di un'autentica devozione e di una profonda ammirazione. "Signora Fallaci, è stato leggendo i suoi libri che ho deciso di studiare giornalismo", trova il coraggio di dirle, ma la giornalista oramai anziana non sembra impressionata e accoglie queste dimostrazioni di stima quasi con fastidio. Burbera risponde: "io il giornalismo non l'ho mai studiato, l'ho fatto".

Un breve scambio di battute che c'introduce immediatamente alla figura di Oriana, tanto geniale nella scrittura quanto scostante nella vita, terrore dei colleghi per le collere improvvise e spesso immotivate, volubile negli umori e negli affetti, in un'altalena imprevedibile di aperture e ritrosie, manifestazioni d'amicizia e repentini rancori. Era così Oriana, rabbiosa e dolce a intermittenza, e sempre solitaria: dietro di sé non ha lasciato epigoni così come in vita non ha avuto pupilli.

Ne è consapevole l'attrice scelta per interpretarla sullo schermo, quella Vittoria Puccini che, in conferenza stampa, candidamente ha confessato: "se Oriana fosse viva, sarei terrorizzata". Eh sì, difficile pensare che la giornalista fiorentina, se fosse ancora viva, avrebbe gradito una fiction sulla sua vita. "Ci avrebbe massacrato", rincara il regista Marco Turco, ma in fondo anche l'incoscienza è stata una sua lezione. Del biopic sulla Fallaci, che insegue l'ambizione di raccontarne, pur sinteticamente, la vita, tra carriera ed amori, una vicenda è stata particolarmente approfondita, quella dell'incontro e della relazione sentimentale tra la giornalista e Alexandros (Alekos) Panagulis, rivoluzionario greco che pagò con la propria pelle la strenua difesa dei valori democratici e della libertà. A lui la Fallaci ha dedicato uno dei suoi libri più belli, forse il più amato: "Un uomo". Vinicio Marchioni, che lo farà rivivere sullo schermo, è molto grato per aver avuto l'opportunità di confrontarsi con una persona che "conteneva un mondo, un anarchico, spinto da una grande fiamma verso la vita e al contempo la morte, ma anche ingenuo, dominato dalla follia di inseguire con coerenza maniacale la sua libertà". Un uomo così non poteva non amare, riamato, Oriana, incontrata nel suo primo giorno dopo cinque anni di prigionia, i due "non potevano che bruciare insieme al massimo grado, anche se credo si amassero già da prima, quando ognuno aveva sentito parlare o letto dell'altro".