Da alcuni giorni sulla tv italiana sta circolando la pubblicità di uno dei nuovi panini che, in occasione di Expo, McDonald's sta mettendo sul mercato per omaggiare alcuni Paesi produttori di carne particolarmente rinomata. Dopo l'angus argentino è la volta del panino con l'astice canadese denominato McLobster ed in entrambi i casi la multinazionale americana ha puntato, per comunicare l'eccellenza dei prodotti, su spot brevi e dal forte impatto. In pochi secondi, infatti, la pubblicità mostra il processo di creazione dei panini celebrativi a partire dalle materie prime fino all'invitante risultato finale.
La pubblicità pulp
Le due pubblicità, tuttavia, divergono in un punto essenziale pur essendo molto simili: nel caso dell'angus allo spettatore si mostra un enorme pezzo di carne proveniente da un bovino già macellato, mentre per pubblicizzare l'astice la scena lascia molto meno spazio all'immaginazione nel mostrare la "materia prima". Il povero crostaceo, infatti, appare all'inizio vivo e immerso nel blu del suo habitat naturale per poi essere dapprima pescato e quindi bollito vivo in una pentola piena di fumo e acqua bollente.
Quindi, come se lo spettatore non avesse visto abbastanza, ecco il tocco finale con un lungo coltello che con un colpo secco divide in due l'animale appena bollito per poi farlo a pezzi e infilarlo nel panino.
Uno spot incredibilmente crudo che, probabilmente, è stato concepito in tale maniera per via della scarsa considerazione diffusa, circa il dolore provato dalle specie marine esattamente come dai mammiferi terrestri. Uno spot che colpisce anche per la brevità e per la forte immagine di un astice che passa da vivo a "lavorato" nel giro di pochi secondi.
Dolore di serie B
A nessuna azienda produttrice di carni o salumi verrebbe mai in mente di mostrare urbi et orbi il processo di macellazione di un bovino o di un suino, consapevoli gli stessi macellai che tali scene siano per stomaci forti e che se in tanti conoscessero la verità forse diventerebbero vegetariani. Principio di prudenza che però svanisce se ci si trova al cospetto di altri animali considerati stupidi o meno senzienti ma che, come ormai dimostrato da tempo, provano esattamente gli stessi sentimenti di dolore, paura e angoscia.
Con la differenza, però, che mostrare la macellazione di un astice (ma vale anche per un tonno, un salmone, un qualunque pesce o un mollusco) non crea neppure quel minimo problema di buon gusto né in chi concepisce tale spot né in tanti che lo guardano.