Game of Thrones è sicuramente uno show noto per le sue morti eclatanti. Dopo sei stagioni segnate da momenti strazianti come la decapitazione di Ned Stark, il massacro alle Nozze Rosse e l’uccisione del principe Oberyn, i fan di Game Of Thrones pare abbiano imparato a non affezionarsi troppo ai loro personaggi preferiti. Tuttavia, quando Jon Snow è stato accoltellato a morte dai guardiani della notte nell’episodio finale della quinta stagione, questa consapevolezza non li ha di certo preparati a reagire meglio allo shock.

Ora, come tutti coloro che sono al passo con la programmazione della HBO sanno, Jon è stato poi riportato in vita dalla Lady Melisandre.

Questo, però, non esclude che in futuro altri personaggi cari agli spettatori possano essere eliminati dallo show.

I personaggi più amati (e odiati) dal grande pubblico sono spesso fatti fuori in modi atroci e crudeli

Ma cosa spinge George RR Martin, autore della saga “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco”, a fare della violenza senza mezze misure uno dei punti cardine delle sue storie? “Uno scrittore deve dire la verità, e la verità è che tutti gli uomini devono morire”, ha affermato Martin in un’intervista rilasciata alla rivista di fantascienza Galaxy’s Edge Magazine, “specialmente se si parla di guerra che è uno dei temi principali di Game Of Thrones”.

Secondo l’autore, di storie sui supereroi, che con i loro amici affrontano grandi avventure rimanendo illesi, se ne sono lette già abbastanza e tutte hanno solo una cosa in comune: ci ingannano!

La verità è che quando si va in guerra o si affrontano grandi imprese nessuno ne esce illeso. E Martin, sempre nella stessa intervista, continua a ribadire il suo punto di vista sulla morte come conseguenza inevitabile della vita. Nonostante infatti sia difficile anche per lui a volte uccidere i suoi personaggi questo non lo ha mai di certo spinto a risparmiare qualcuno, e libri e show non fanno altro che confermare questa sua visione delle cose.

“Chiunque può essere colpito e in ogni momento” conclude dicendo poi “non rimani in vita solo perché sei un ragazzo carino, il migliore amico del protagonista o l’eroe. A volte l’eroe muore”. E accettarlo, secondo lo scrittore, significa essere onesti prima di tutto con se stessi.