Katie Couric ha firmato "Gender Revolution: A Journey with Katie Couric". Lo speciale che verrà trasmesso da E! Entertainment Television il 9 febbraio, conterrà diverse e complesse dichiarazioni di genere, raccolte durante un lungo viaggio alla scoperta dell’America LGBTQ.
Gender Revolution
"Credo che il più grande equivoco sia quello di credere che le persone interessate, un bel giorno si sveglino dicendo: 'Sai cosa? Oggi cambio sesso'. Quando, invece, è una dinamica psicologia che inizia molto presto. È un’esperienza dolorosa e frustrante non associare la tua immagine esterna a quella interna".
Questo è quanto dichiarato da Katie Couric ai microfoni di "People", aggiungendo di capire i molti telespettatori che ancora non accettano la presenza dei trans, ma la giornalista allo stesso tempo invita il pubblico a debellare i preconcetti.
"Dr. Oz una volta mi ha detto: 'È difficile odiare da vicino'. Motivo per cui, quando ci avviciniamo alle persone, sembrano sempre più simili a noi". La Couric si augura che, grazie al suo documentario in onda dal 9 febbraio su E! Entertainment Television, le critiche nei confronti delle persone di genere diverso possano venire a cadere. "Voglio incoraggiare alla tolleranza: perché come si dice in 'High School Musical', siamo tutti sulla stessa barca, inoltre penso ci siano questioni più importanti che coinvolgono il nostro Paese e il mondo".
Other Boys NYC
Quello della giornalista americana non è l’unico prodotto televisivo che punta ad aprire un varco nel muro dell’ostracismo sociale: è in arrivo anche "Other Boys NYC", una serie trasmessa da SLAY TV formata da 50 episodi, che si concentra esclusivamente sulle narrazioni di uomini di colore omosessuali e transgender.
Il format si propone di "ispirare empatia" e creare il dialogo che manca nella comunità LGBTQ, approfondendo temi come uscite romantiche, famiglia, mascolinità, socio-economia, religione e carriera.
Abdool Corlette e Adam Vazquez, registi di "Other Boys NYC", hanno realizzato la serie facendo riferimento alle esperienze personali come "queer" di colore nei media.