L'unica certezza che abbiamo in vista della terza puntata di Game of Thrones 8 è che i nostri cuori saranno spezzati quando la Battaglia di Grande Inverno tra i vivi e i morti finalmente arriverà sui nostri schermi, dopo un'attesa carica di terrore. Sarà tra le battaglie più lunghe e spettacolari nella storia di cinema e serie tv, dato che il regista Miguel Sapochnik e il resto del cast sono stati impegnati in 56 giorni consecutivi di riprese notturne, quindi anche con tutte le problematiche del caso. Un momento altissimo nella storia di Game of Thrones e di tutta la serialità, di cui hanno parlato a The Hollywood Reporter.

Cogman: 'Il terrore arriva alla porta di casa tua'

Lo sceneggiatore Bryan Cogman che ha scritto l'acclamato secondo episodio della stagione finale andato in onda qualche giorno fa, stuzzica i fan sull'imminente battaglia di Grande Inverno a cui siamo stati preparati da sempre ed in particolare con i primi due episodi di Game of Thrones 8. "Questo episodio - spiega - rappresenta il terrore che arriva alla porta di casa tua. Gli Estranei e il Re della Notte sono la personificazione della fine. Qualunque cosa significhi per voi la fine è quello che avrete davanti nel prossimo episodio. Questa è stata una parte della storia in cui abbiamo investito molto tempo per trovare la quadra. L'impegno profuso dalla nostra crew e dal nostro cast è assolutamente senza precedenti e nessuno si è mai spinto così lontano nella storia dell'intrattenimento".

Hivju: 'Le riprese, roba da pazzi'

Una testimonianza diretta che arriva da Kristofer Hivju, interprete di Tormund, ormai un vero e proprio veterano delle battaglie in Game of Thrones sotto gli ordini del regista vincitore dell'Emmy Awards. "Ho lavorato molto con Miguel Sapochnik, perché abbiamo fatto insieme" Hardhome" e "La Battaglia dei Bastardi".

Quando lavori in sequenze del genere - dice l'attore - è come se stessi scalando una montagna. Sapevamo di avere 56 giorni di riprese in notturna davanti a noi, in pratica stavamo facendo due o tre mesi di riprese ed è stato tutto piuttosto intenso. Miguel è il più grande comandante in capo che puoi sperare di trovare. Aveva letteralmente enormi eserciti attorno a lui e doveva cercare di rendere tutto questo in sintonia.

Alcuni giorni eravamo 900 persone a pranzo, era da pazzi. Non ho visto l'episodio, quindi davvero non so il risultato ma penso che sarà davvero intenso".

Sapochnik: 'Ho lavorato su questo da giugno del 2017'

La testimonianza principale arriva però proprio da Miguel Sapochnik, chiamato alla più grande impresa televisiva mai realizzata per spingere Game of Thrones a degna conclusione. "Ho lavorato su questo da giugno 2017. Abbiamo girato per sette mesi e mezzo che è alla fine è come se fossero 130 giorni, più lungo della maggior parte dei grandi film realizzati. Quindi, in termini di quantità di lavoro, sono state settimane di 6 e 7 giorni, giornate da 16 a 18 ore. Sapevo che c'era molto lavoro da fare quando sono salito a bordo".

Poi si sofferma anche sul grande lavoro di montaggio che hanno dovuto affrontare in post produzione visto la quantità enorme di girato per questo episodio di Game of Thrones. "Come al solito, le sceneggiature sono più grandi di quello che in realtà si realizza alla fine. Il processo di ridimensionamento ha richiesto più tempo questa volta perché gli showrunner David Benioff e Dan Weiss volevano tutto. Tutti noi vogliamo tutto, ma abbiamo dovuto superare anche la realtà per ottenere tutto quello che abbiamo ottenuto in questo tempo".

Riprese incentrate più sui singoli protagonisti

Il regista poi rivela come la camera da presa e la narrazione si soffermeranno molto sui personaggi piuttosto che su un'ampia globalità, anche perché avrebbero potuto annoiare i fan.

"La cosa a cui ho dedicato più ore è stata la resa della battaglia, per non affaticare lo spettatore. Dopo 20 minuti di combattimenti, infatti, rischi di annoiarti. Ci siamo chiesti come avremmo potuto affrontare questo problema, alla fine l'unico modo per affrontarlo veramente ci sembrava fosse prendere ogni sequenza chiedendoci: "Perché dovrei continuare a guardare?". Una cosa che ho trovato è che meno combattimenti si inseriscono in una singola sequenza e meglio è".

Il regista che avrebbe dovuto dirigere tutti gli episodi dal tre al cinque che rappresentano un lungo arco narrativo, continua poi spiegando i generi che troveremo nella 8x03 di Game of Thrones. "Abbiamo deciso anche di affrontare dei cambi di generi, cercando di creare suspense e horror, azione e dramma e non siamo bloccati nella mera uccisione perché tutti si sentirebbero desensibilizzati e non significherebbe niente. Penso che potremmo definirlo un survival horror".