Sul sole 24 ore di ieri è apparso un articolo dal titolo “Sull’attività di guida turistica fa scuola di decreto Bersani” facendo riferimento ad una sentenza di corte di Cassazione pubblicata l’11 gennaio , ovvero la sentenza nr. 461 della seconda sezione civile.
Leggendo le 12 pagine della sentenza viene fuori che non vi è ancora alcuna sentenza che potrebbe fare legge e che il giudice ha cassato e quindi rinviato al giudizio di un altro magistrato.
“Leggendo questo ennesimo articolo sulle professioni turistiche si comprende che si aggiunge confusione a confusione.
Di contro invece ci vorrebbero regole chiare e non una matassa ingarbugliata di interpretazioni in cui alla fine ognuno fa quello che gli pare senza regole” – commenta Mariangela Palmisano responsabile nazionale di CONFEDERCONTRIBUENTI Turismo.
Di certo è che la professione della guida turistica è regolata al momento dalla Legge nr. 97 del 6 agosto 2013; dal DM del 7 aprile 2015 ove sono specificati i siti di particolare interesse storico, artistico e archeologico per i quali occorre diversa abilitazione; dal DM nr. 11 di dicembre 2015; nonché dalla circolare nr. 1 del 24/08/2016 della direzione generale turismo. Tutte queste normative tengono conto delle regole “imposte” dalle Direttive comunitarie di libera circolazione delle professioni.
“L’unica certezza è che la materia turistica fa capo al MIBACT il quale si avvale delle Regioni (anche quelle a statuto speciale) per la verifica dei titoli e l’espletamento degli esami di abilitazione. Si attendono gli esiti dei vari ricorsi oltre alle modalità di verifica ed espletamento esami per esercitare il servizio guida nei siti di particolare interesse.
Per la vastità del nostro patrimonio culturale le guide potrebbero lavorare nei territori in cui hanno preparazione e continuare con professionalità e passione a trasmettere le emozioni che ogni sito possiede. Come Confedercontribuenti Turismo siamo pronti a farci portavoce degli operatori e farci promotori di proposte che mirano ad un turismo che faccia ripartire l’economia” – conclude Mariangela Palmisano.