Nella giornata di ieri mercoledì 15 marzo 2017 è stato emesso l'ultimo e definitivo sigillo sulla carriera sportiva dell'ex direttore generale della Juventus Luciano moggi. Come riportato infatti dal quotidiano Corriere della Sera, la quinta sezione del Consiglio di Stato (cui Moggi si era rivolto per ottenere la cancellazione della pena, ndr) ha emesso la propria sentenza e ha confermato la radiazione dell'ex dirigente bianconero "da qualsiasi rango o categoria della Federazione calcio".
Si chiude così in questo modo, a undici anni di distanza dallo scoppio di uno dei più gravi scandali della storia del nostro calcio, il tentativo di Luciano Moggi di sovvertire una serie di sentenze che lo hanno sempre visto colpevole e nel cui percorso solamente la prescrizione dei reati commessi (il termine "prescrizione" non corrisponde nella maniera più assoluta al termine "assoluzione") lo ha salvato da un destino diverso rispetto alla preclusione a vita alla permanenza in qualunque sede del massimo organo calcistico italiano.
Un epilogo amaro per l'ex direttore generale della Vecchia Signora, che in passato si era sempre difeso dalle accuse a lui rivolte sostenendo che "così facevano tutti". E giù pertanto con le dichiarazioni mosse nei confronti del compianto ex presidente dell'Inter Giacinto Facchetti (che in una intercettazione definì in maniera volgare "brindellone"), che non ha avuto la possibilità di replicare a causa della sua prematura scomparsa il 4 settembre 2006, e di tanti altri dirigenti delle società italiane di calcio.
L'augurio di tutti i tifosi è quello che una situazione simile, durata per anni ma sulla quale siamo venuti in possesso solamente di una piccola parte della verità (le intercettazioni si riferivano infatti al campionato 2004/05, ndr), non si ripeta più.
Il nostro calcio continua ad avere problemi di varia natura, che nel tempo hanno allontanato le famiglie dagli stadi e hanno fatto scemare l'interesse per quello che, una volta, era lo sport più amato.